BELLO E AFFASCINANTE IL MONDO DELLA RISTORAZIONE MA PER RIUSCIRCI LA SOLA PASSIONE NON BASTA PERCHÉ SERVE ANCHE TANTA PROFESSIONALITÀ
Lavorare nella ristorazione, bene o male, è il sogno di chiunque intraprenda un percorso formativo incentrato appositamente in questo ambito. Un esempio è dato dagli istituti alberghieri, che ogni anno permettono ai nuovi diplomati di tentare la carriera su indicata e, nel migliore dei casi, rimanervi a lungo nel tempo.
Quello della ristorazione è un mondo complesso, affascinante, in grado di dare grandi soddisfazioni. Tuttavia, il percorso per entrare a farvi parte può essere irto, e non privo di ostacoli.
La formazione per divenire cuochi, aiuto cuochi, pizzaioli, camerieri o qualsiasi altra professione risulti legata a questo universo lavorativo è lunga, e, tecnicamente, può durare tutta una vita – se si considera che, al giorno d’oggi, non si smette mai di imparare.
Attraverso una serie di consigli, però, e ponderando adeguatamente le proprie scelte, diviene possibile affermarsi nel settore e consolidare le proprie competenze, arricchendo il curriculum e, perché no, ambire a posizioni lavorative sempre più in vista.
DA DOVE INIZIARE PER LAVORARE NELLA RISTORAZIONE?
Uno dei modi per iniziare a lavorare nella ristorazione e dare il via alla carriera in questo contesto lavorativo, è quello di iscriversi presso un istituto professionale avente come indirizzo l’alberghiero.
Questo può formare in maniera ottimale i futuri professionisti della ristorazione, pur non avendo ancora maturato esperienza lavorativa in questo campo. Docenti professionali e percorsi di studio approfonditi rendono il tutto più dettagliato, coerente e in linea con quanto richiesto dal mondo del lavoro, e questo rende l’indirizzo ancor più appetibile.
La durata del percorso scolastico relativo all’ottenimento del diploma è di cinque anni, al termine dei quali, a seconda del percorso prediletto, si avrà ottenuto una formazione più o meno adeguata e specifica.
Un’alternativa molto allettante e che permette a chiunque, anche chi non è più in età adolescenziale e vuole intraprendere una nuova carriera, è quella di frequentare un corso per cuoco professionale.
Corsi di questo tipo sono generalmente organizzati a cadenza annuale, ma la loro durata può variare. Vengono suddivisi in parte teorica e parte pratica, e la loro utilità deriva dal fatto che, alla pari di un master o una specializzazione, garantiscono l’erogazione di informazioni e contenuti di qualità, sempre afferenti alla sfera della ristorazione.
Al termine di corsi simili, di norma, è previsto anche il conseguimento di attestati, in modo tale da poter inserire sul proprio curriculum – in maniera “ufficiale” – che si è concluso un ulteriore percorso formativo legato al proprio ambito di riferimento.
SOFT SKILLS E HARD SKILLS
Per lavorare nella ristorazione, contesto soddisfacente ma non esente da ostacoli, è necessario possedere una sorta di inclinazione nel cimentarsi con i fornelli, e più in generale nel dimostrarsi pratici e a proprio agio in quell’ambiente che si chiama cucina.
Si tratta di una vera e propria vocazione, come può essere il talento di una persona nel dipingere quadri o nel praticare al meglio uno sport professionistico.
Siamo nell’ottica delle competenze trasversali, o “soft skills”, tra le quali rientrano qualità come la resistenza alla pressione, la resilienza, la capacità di prendere decisioni in autonomia e una certa dose di originalità che non guasta mai.
E che dire delle competenze specifiche? Anche note come “hard skills”, queste si sviluppano più propriamente attraverso la formazione, lo studio e la pratica costante. Nulla che non si possa imparare, dunque, e che non possa essere fatto proprio attraverso l’impegno.