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ALLA SCOPERTA DEL GIAPPONE CON I TAKOYAKI

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Il takoyaki è uno dei piatti più interessanti, famosi e apprezzati localmente della cucina giapponese; originario di Osaka, è oggi diffuso in tutto il Giappone e lo si può trovare sia nei ristoranti che, soprattutto, come street food durante eventi particolari come per esempio il Capodanno.

CHE COSA SONO

Si tratta di polpettine di polpo grigliate in una speciale pastella a base di grano. A differenza delle classiche polpette, nel takoyaki il polpo è combinato con altri ingredienti senza essere né sminuzzato, né frullato. Questa particolarità fa in modo che, all’assaggio, il sapore del pesce venga prepotentemente a galla. Il polpo prima di essere pastellato è mescolato con la tempura, benishouga (zenzero marinato) e cipollotto verde e una volta fritte le polpette sono ricoperte di salsa Otafuku. La salsa è nata proprio insieme ai takoyaki e oltre ad acqua, verdure, frutta salsa di soia e altri ingredienti contiene anche glucosio, salsa Worcester ed estratti di ostriche e di sardine che la rendono dolciastra con un retrogusto saporito e quasi amarognolo.

takoyaki

LA COTTURA DEI TAKOYAKI

Come per tutti i piatti tipici della tradizione giapponese, anche il takoyaki è cotto usando una metodologia particolare che non va assolutamente ad incidere sul costo finale, molto basso. Infatti si usa una sorta di teglia con delle parti concave, che andranno a ospitare la pastella, la quale è fatta scaldare dopo essere stata leggermente unta con un panno di cotone. Quando la teglia è calda, in ogni spazio apposito è versato un mestolo di pastella che è fatta grigliare fino a cottura completa. Per girare le palline di takoyaki sono usate delle speciali bacchette simili a quelle per gli spiedini.

takoyaki

Una volta cotti, i takoyaki vanno consumati immediatamente altrimenti perdono sapore ed è questa la loro particolarità: a differenza di tanti altri piatti giapponesi che richiedono tempo, questi si mangiano anche in piedi in appositi locali dove non sono presenti sedie e tavoli oppure ai mercatini o durante gli eventi.

 di Roberto Serrentino – 27 gennaio 2017

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