I carciofi hanno un cuore, l’ASL no. Ha un retrogusto amaro la notizia della temporanea chiusura del Mercato Centrale. Lo spazio all’interno della stazione Termini a Roma, che ospita diverse realtà gastronomiche di eccellenza, si è visto apporre i sigilli dall’Azienda Sanitaria Locale. La motivazione? La pulizia dei carciofi nel corridoio di passaggio. E sembra già di sentirlo il severo ammonimento del funzionario in questione : “Quella pulizia non s’ha da fa!“. Ok, d’accordo, oltre al guaio del carciofo si sono aggiunte anche le carenze tecniche relative al piano dei magazzini, e qualche altro tassello che non era proprio in linea con le richieste della Asl. Ma nessuno avrebbe pensato che sarebbero arrivati i sigilli.
OGNI CARCIOFO HA LE SUE SPINE
“Pulire il carciofo a vista è Un elemento che ci è sempre piaciuto per il folclore del gesto”, spiega Umberto Montano l’imprenditore dalla cui idea è nato il format del Mercato Centrale. Montano, intervistato dal Gambero Rosso ha spiegato che dopo il primo sopralluogo, e i conseguenti ammonimenti della Asl, si è provato a sistemare tutto ma alla buona volontà dei responsabili di sanare le irregolarità non è corrisposto il buon senso dei funzionari.
IL FOLCLORE ITALIANO E QUELLO STRANIERO
Ciò che ha lasciato senza parole il direttore della struttura è stata la sanzione comminata, la chiusura appunto, ritenuta eccessiva. Se poi si guarda alle attività presenti nella zona, ciò appare ancora più assurdo: uscendo dalla stazione e proseguendo verso il quartiere Esquilino, è un susseguirsi di kebab, ristoranti cinesi e indiani. Locali ben lontani dagli standard qualitativi proposti dal Mercato Centrale. Ma sul punto Montano è chiaro: “il funzionario ha l’obbligo di verificare, e noi non possiamo pretendere di aver ragione se abbiamo sbagliato, né tanto meno assolverci nel confronto con chi ci circonda. Indubbiamente hanno fatto il proprio dovere, mi duole che la pena sia così salata”.
FAST FOOD, SLOW BUREAUCRACY
Il Mercato Centrale sarà pronto per riaprire a breve (probabilmente già la prossima settimana ndr). Ma qui entra in gioco la lentezza della macchina burocratica, che potrebbe ritardare non poco la riapertura. Nel frattempo, le oltre 7000 persone che ogni giorno si fermavano lì per ristorarsi, in attesa di riprendere le loro corse quotidiane, rimarranno a bocca asciutta.
di Alberto Incerti – 13 gennaio 2018