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L’AQUOLINA: UNA STORIA DI CORAGGIO ITALIANO

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IL NOME PUÒ ESSERE UN PROGRAMMA, MA QUELLO CHE C’È DIETRO QUESTA ATTIVITÀ NATA IN PIENA PANDEMIA MONDIALE È MOLTO DI PIÙ DI UN MARKETING NAME.

In questo periodo di pandemie e di ristoranti chiusi la mia vita ha subito una brusca frenata, meno il mio appetito, quello inteso come voglia di scoprire nuove cose o di ascoltare, per esempio, il coraggio di chi ha fatto una scommessa con sé stesso e ora sta aspettando i risultati di una partita difficilissima ma entusiasmante. Detto questo non è che il mio appetito in senso stretto si sia placato eh! 

PORTA ROMANA BELLA

AQUOLINA

 

In uno dei viali più significativi di Porta Romana, il caratteristico quartiere al centro di Milano, mentre facevo la mia passeggiata per l’ora d’aria che ogni tanto mi concedo, ho scoperto un posto nuovo. Non sono cinica solitamente, quindi invece di chiedermi chi fosse quel pazzo che avesse aperto un’attività in piena pandemia, mi sono emozionata a guardare una vetrina così romantica che non mi sembrava nemmeno di essere a Milano. In un periodo in cui abbiamo bisogno di calore e cose semplici e il mio animo da piccola fiammiferaia che cerca famiglia viene fuori, cerco di nutrirmi di piccoli momenti di serenità, e in questo posto ne ho trovato uno. Sto parlando de L’aquolina, scritto così, senza la c. Un piccolo negozietto che definirei a metà tra un ristorantino veloce, pensato soprattutto per le pause pranzo, e un romantico bistrot moderno. 

SE DA PICCOLO TI PIACE MANGIARE E CUCINARE SAI GIÀ DOVE ANDRAI A PARARE

Barbara, la trentacinquenne proprietaria, alle 7 di un autunnale pomeriggio milanese, è nella cucina a vista intenta ad impastare. Ha un sorriso che mi piace, perchè mentre quelli che incontro ultimanente sono i sorrisi di chi non sa più come si fa, il suo è un sorriso sincero.
L’aquolina ha aperto i battenti il 5 ottobre, alla vigilia del secondo lockdown italiano, molto prima degli arcobaleni disegnati sull’Italia, e molto dopo la prima terrificante chiusura, comunque sempre in piena pandemia. La sua passione per la cucina risale praticamente a 30 anni fa (e con questo potrei farla sentire tremendamente vecchia lo so). Mi racconta che aveva solo 6 anni quando, sotto gli occhi stupefatti della mamma, ha preparato il suo primo sughetto di pomodori, per poi passare direttamente alle torte, il terrore di ogni cuoco. Da quel momento non c’è stata un’altra via per Barbara, che ha studiato moltissimo per arrivare a realizzare il suo sogno.

COME LI FACEVA LA NONNA, TE LI RICORDI ANCORA?

AQUOLINA

Quello che potrete trovare da Aquolina è un menu fisso fatto di zuppe e piatti classici, come la deliziosa lasagna o la parmigiana di melanzane, ma anche un menu del giorno con piatti rigorosamente preparati al momento e pasta fatta in casa, nonché delle chicche di pasticceria secca da leccarsi i baffi, come i biscotti cacao e sale o i baci di dama.

Mentre scrivo questo articolo mi rendo conto che sono troppo entusiasta di questo posto e allora ci terrei davvero a dire che Barbara non mi ha pagata, sono capace di fare tutto da sola, di entusiasmarmi ed emozionarmi come se avessi sempre vinto al superenalotto, ma la verità è che nemmeno ci gioco! 

UNA STORIA DI CORAGGIO, INCLUSO IL MIO QUANDO SFACCIATAMENTE MANGIAVO I SUOI BISCOTTI ALLE 7 DI SERA

Il coraggio di Barbara io lo invidio, e la ringrazio per aver scelto il mio quartiere, Porta Romana, per portare qui una ventata di ottimismo. Sono assolutamente certa (anche perchè me l’ha detto) che abbia dovuto lottare tantissimo per arrivare dov’è arrivata, che abbia dovuto promettere a tutti coloro che credevano in lei, ma non a questo disastroso momento storico, che ce l’avrebbe fatta, in qualche modo si sarebbe costruita la sua piccola nicchia di affezionati clienti e avrebbe guardato oltre il confine, oltre la zona rossa che cinge la città e a cui il virus pare abbia tolto la dignità. Eppure ci sono persone in grado di dimostrarci che non è così, che l’orgoglio italiano non conosce colori, che il talento quando incontra il coraggio ha un potenziale a cui nemmeno il più feroce degli avvenimenti può sottrarsi.


Infine, mentre mi avvio alla conclusione di questo pezzo, sono ancor più convinta, che in questo periodo in cui siamo tristi e non capiamo più il nostro futuro che strada abbia, le uniche armi che abbiamo per sopravvivere siano proprio loro: i sogni, che non sono quelli irrealizzabili, che poi voi come fate a distinguerli se non ci provate? 

Sulla pagina Instagram @laquolina_milano trovate ogni giorno il menu e i riferimenti per ordinare da asporto o in delivery.

L’aquolina, Viale Montenero 22, Milano

di Fiorella Palmieri, 20/11/2020

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