LA NUTELLA FA PARTE DEL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE : COME IL MIGLIOR AMICO, LA PRIMA FIDANZATA O LA TORRE DI PISA E QUESTO E’ IL MOTIVO PER CUI E’ L’UNICO PRODOTTO CHE PUO’ UTILIZZARE L’OLIO DI PALMA SENZA PERDERE LA FACCIA (E LE VENDITE)
Viva la Nutella. La crema di nocciole spalmabile, simbolo della Ferrero, fa parte del nostro patrimonio culturale. Punto. Ci hanno detto che ingrassa, che fa male, che non è naturale. Buffonate, dico io. Certo, non consiglierei a un diabetico di mangiarne un barattolo: come tutto, anche la Nutella, va usata con attenzione ( remember guy: è la dose che fa il veleno).
Oggi celebriamo la Nutella raccontadovi un punto di vista insolito. Affrontando di petto chi, in passato, ha associato questo prodotto come il simbolo dello sfruttamento di terreni per coltivare il famigerato olio di palma. Tutto questo mi pare esagerato. E ora vi spiego perchè. Qualcuno potrebbe obiettare: è un articolo “pro nutella“? No, è un articolo “pro buon senso“.
CI METTIAMO OLIO DI PALMA
Isteria da olio di palma, ne avete sentito parlare? Penso di sì. Se invece, fin’ora, avete vissuto in un altro pianeta (beati voi) potete aggiornarvi qui. Quando compriamo i nostri prodotti, ormai, ci ritroviamo la scritta “senza olio di palma” pure sulle zucchine. Merendine, pane, piatti pronti, biscotti, crackears e dolciumi vari: tutti fanno a gara a chi ha la scritta più grossa sulla confezione. Tutti, tranne la Nutella.

La Ferrero, ha sempre ammesso e mai rinnegato l’uso dell’olio di palma nel proprio prodotto. Secondo l’azienda di Alba, infatti, l’olio di palma è il grasso vegetale ideale per la Nutella, “per conservarne l’aroma e la spalmabilità”, dicono. Usare degli altri oli significherebbe alterare la ricetta e il sapore della Nutella: c’è chi potrebbe uccidere per molto meno.
La faccenda dell’olio di palma è esplosa per via della coltivazione intensiva delle piante dai cui frutti si ricava l’olio. Queste vengono coltivate per lo più in Indonesia (53% della produzione di olio mondiale) e Malesia (32%). La produzione di olio di palma è passata dai 15,2 milioni di tonnellate del 1995 ai 62,6 milioni del 2015. Questo vuol dire che, per far fronte alle richieste del mercato, è partita una corsa alla coltivazione intensiva della palma da olio. Queste coltivazioni hanno man mano soppiantato le altre e distrutto foreste per aumentare gli ettari coltivabili. Tutta colpa della Nutella? Assolutamente no. Innanzitutto perchè non è l’unico consumatore di olio di palma del mondo, secondo poi perché l’olio di palma usato da Ferrero viene da coltivazioni sostenibili.

OLIO DI PALMA SOSTENIBILE
A causa delle coltivazioni intensive di palma da olio, sono spariti milioni di ettari di foreste tropicali. Le economie dei paesi produttori, rischiano di diventare delle monocolture al servizio delle aziende straniere. Come evitiamo di distruggere interi ecosistemi solo perché vogliamo mangiare la nostra merendina preferita o le patatine pubblicizzate dal grande chef di turno? Ricorrendo ad una produzione sostenibile. Si basa su questo la campagna di autodifesa di Nutella. Coltivare e produrre olio di palma con il minor impatto possibile sull’ambiente e le biodiversità.
NUTELLA UNA DI NOI
Non so voi ma io sono cresciuto con il barattolo di Nutella dentro casa. Mia madre comprava la confezione piccola: costava meno, non rischiavo di scofanarmi un barattolo da 500gr con un cucchiaino e alla fine rimaneva un bel bicchiere colorato che fa sempre comodo. Ancora oggi, a tavola, si beve nei bicchieri della Nutella. Oltre a donare quel piacere quasi sessuale, quando si addenta una fetta di pane casereccio con la Nutella entrano in gioco le emozioni. Non è un fatto di salutismo o sostenibilità: la Nutella fa parte della mia famiglia e dei nostri ricordi, non toglietecela.
Olio di palma sì o olio di palma no? Mi pare ovvio che non possiamo distruggere gli ecosistemi per la cioccolata da spalmare. Quindi sostenibilità deve essere la parola d’ordine. Coltivare dove possibile, con i ritmi che la natura consente. Sviluppare sempre migliori tecnologie di coltivazione e di raffinazione del prodotto. Se questo consentirà al mondo di proteggere il proprio ecosistema e a noi di avere la Nutella, saremo tutti vincitori.
Di Augusto Santori – 18 novembre 2019