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STORIE DIVINE: L'AZIENDA CASALE DEL GIGLIO E MEZZO SECOLO DI AMORE PER IL VINO

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RICERCA, PASSIONE, INVESTIMENTI ECONOMICI, PAZIENZA, CONVIZIONE, AMORE PER IL PROPRIO TERRITORIO MA ANCHE MARKETING, SACRIFICIO, CHILOMETRI DA AFFRONTARE E TANTE BOTTIGLIE DA STAPPARE. TUTTO QUESTO E’ IL VINO E A 50 KM DA ROMA LA FAMIGLIA SANTARELLI LO HA CAPITO BENE
Coraggio, studio meticoloso, ricerca continua e la profonda convinzione di aver sposato le giuste idee in fatto di sviluppo enologico. Sono le quattro colonne portanti che a nostro avviso hanno permesso alla famiglia Santarelli, propietaria di “Casale del Giglio”, di farsi negli anni portabandiera della riscossa del vino laziale in Italia e nel mondo. Non la scopriamo certo noi questa azienda fondata nel 1967 e che ogni anno vende in Italia e all’estero ( sopratutto Cina, Giappone e Stati Uniti) oltre un milione e duecentomila bottiglie. Ma ci sembrava il punto giusto dal quale partire per iniziare un discorso serio su quelle regioni che in fatto di vino hanno ancora un po’ di terreno da recuperare rispetto alle più blasonate Toscana e Piemonte.  Abbiamo visitato e conosciuto da vicino i protagonisti di questa azienda vinicola ad Aprilia, nel cuore della pianura pontina, praticamente a metà strada tra Roma e Latina, che da’ lavoro ad una trentina di famiglie. E abbiamo capito appieno la loro soddisfazione quando ti raccontano che quei 180 ettari di terreno che affiancano la via Pontina dal punto di vista vitivinicolo non erano stati mai esplorati. Tutto da queste parti iniziò quando in occasione della bonifica dell’Agro Pontino i veneti importarono vitigni Merlot, i marchigiani il Trebbiano e gli emiliano il Sangiovese.  Poi da cosa nacque cosa. Ci sono voluti anni di tentativi, studi, ricerche per approdare alle etichette che oggi Casale del Giglio riesce a mettere sul mercato ( sette bianchi, un rosato, otto rossi, tre grappe e il bianco dolce “Aphrodisium Vendemmia tardiva”). Nel 1985 l’anno della svolta: Dino Santarelli con il figlio Antonio, insieme Paolo Tiefenthaler, l’enologo di famiglia, misero a dimora quasi 60 vitigni sperimentali. Una impresa mai tentata in questi territori e che nel corso di un decennio ha ripagato con i primi importanti risultati sulle uve bianche Petit Manseng, Viognier e Sauvignon e sulle rosse come Syrah e Petit Verdot.
GLI ABBINAMENTI CON I DIVERSI TIPI DI CARNE ALLA BRACE  E IL PREZZO CONSIGLIATO IN ENOTECA
Gli amanti della cottura alla brace troveranno gli otto rossi e i sette bianchi ampiamente in grado di soddisfare gli abbinamenti con i diversi tagli di carne e pesce. Per ogni taglio vi suggeriamo l’abbinamento giusto.
1 ) POLLO ALLA GRIGLIA MARINATO CON OLIO, LIMONE, ROSMARINO E POLLO ALLA GRIGLIA SPEZIATO
BIANCO PETIT MANSENG: Un bianco che non stronca le delicate marinature e si presta a carni bianche e delicate.
2 ) AGNELLO ALLA GRIGLIA, ABBACCHIO ALLA SCOTTADITO
ROSSO PETIT VERDOT (9-11 euro): Questo rosso in purezza, ben strutturato con tannini morbidi e vellutati, asciuga la bocca e ben si sposa con una carne decisa come l’agnello.
3) FIORENTINA , ENTRECOTE, T-BONE, COSTATA DI MANZO
Uno rosso a scelta tra MADRE SELVA (14 – 16 euro) e MATER MATUTA (29 – 32 euro). Il MADRE SELVA ha un corpo ben strutturato, note balsamiche dovute all’affinamento in rovere e ben si sposa con i tagli di carne nobili e marezzati il giusto. il MATER MATUTA è più impegnativo, più esperenziale, ha un finale persistente e il suo color rubino cubo nel fanno un vino dall’animo nobile che si sposa perfettamente con una grigliata di serie A.
4) SALSICCE E COSTINE DI MAIALE 
SHIRAZ (8 – 11 euro): Questo rosso morbido e dall’interessante trama tanninica è il vino perfetto per accompagnare la classica salsicciata tra amici. Ben si sposa con la speziatura della carne di maiale
5) PICANHA, ASADO E BOMBETTE PUGLIESI
TEMPRANIJO: vino adatto per un barbecue a base di carne brasiliana e argentina (ma anche ideale per le bombette pugliesi). Non è un caso che questo vino nasca dal Tempranillo, un vitigno di origine spagnola che nei terreni del Casale del Giglio si è adattato alla perfezione. E’ un vino dalla gradazione alcolica seria (14,5), ma ha anche un carattere “ruffiano” perchè ti accorgi dei 14 e passa gradi solo dopo aver letto l’etichetta. E’ perfetto per le grigliate serie. Possiamo definirlo un “piccolo Amarone” e il retrogusto lungo e persistente lo rendono adatto a questi tipi di carne.
6) POLLO ALLA GIAMAICANA, SPIEDINI ALLA YAKITORI, GRIGLIATE AGRODOLCI 
PETIT MANSENG: quando le carni sono speziate o agrodolci abbandonate il rosso e abbracciate un bianco PETIT MANSENG le cui note di pesca ben si sposano con queste marinature.
7) CACCIAGIONE DA PIUMA (BECCACCIA,GERMANI REALI,ALZAVOLE) 
MADRE SELVA: un rosso elegante perfetto per carni saporite e impegnative come le alzavole, le beccacce e i germani reali.
8) PESCE DI FIUME ( TROTA, SALMERINO, PERSICO)
ANTINOO (9 – 11 euro): la traccia salina e minerale persistente è perfetto per il pesce d’acqua dolce.
9) TRANCIO DI TONNO, RICCIOLA, PESCE SPADA, PESCE DI PASSO
SHIRAZ: rompete gli indugi e provate l’abbinamento con questo rosso. Poi diteci se il consiglio non era quello giusto. Se volete vincere facile lo CHARDONNAY è consigliato per queste grigliate.
10) GAMBERI , ARAGOSTE, ASTICE
SATRICO (5 – 7 euro): un bianco agrumato, secco e sapido il giusto per sposarsi con queste grigliate dal carattere estivo. Ma anche l’ANTINOO è perfetto.
 
di Michele Ruschioni – Foto di BraciamiancoraPhotoPress

Petit Verdot
Petit Verdot

Satrico
Satrico

Mater Matuta
Mater Matuta

Petit Manseng
Petit Manseng

 
Antinoo
Antinoo

Casale del Giglio
Casale del Giglio

Casale del Giglio
Casale del Giglio

Casale del Giglio
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