VADE RETRO PECHINO: POLIZIA CINESE ARRESTA PIU’ DI 100 PERSONE PER AVER VENDUTO CARNE AVARIATA
In Cina 110 persone arrestate perché sospettate di aver venduto carne infetta, proveniente da maiali ammalati. E’ questa l’ultima notizia che va a delineare un quadro già chiaro in precedenza. In base ai i dati del sistema di allerta comunitario , il paese asiatico si configura al primo posto nella commercializzazione di cibi a rischio per la salute con 446 allerte, pari al 14% del totale. La Cina del resto è il paese che annovera frequenti scandali alimentari come questo. L’ultimo in ordine di tempo risale al 2008 e riguardava il latte in polvere per neonati, nocivo per la salute dei bambini.
I numeri di questo nuovo scandalo fanno rabbrividire: più di mille tonnellate di carne avariata, oltre a 48 tonnellate di olio prodotto con la stessa carne. Un vero e proprio sistema alimentare a delinquere, ben organizzato perché i responsabili avrebbero agito con la collaborazione di alcuni assicuratori, i quali li avvertivano quando i maiali ammalati morivano, permettendo loro di stracciare la concorrenza con prezzi esigui.
In Italia, assicura Coldiretti, non si sono importate carni di maiale dalla Cina. Nonostante ciò la presenza di alimenti provenienti dal territorio cinese è forte, un business da mezzo miliardo di euro, e si concentra su prodotto quali pomodoro, miele, riso e aglio. Questo grave episodio spinge a riflettere e richiamare l’attenzione delle autorità competenti nell’effettuare maggiori verifiche, per assicurare che sulle tavole dei consumatori italiani finiscano prodotti sani e non contraffatti. Il made in China sul versante alimentare ha fallito.
di Donatella Carriera 02 febbraio 2015