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ADDIO VECCHIA PANDA COMPAGNA DI MILLE GRIGLIATE

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COSA SUCCEDE A UN SERIAL GRILLER QUANDO DEVE DIRE ADDIO ALLA MACCHINA CON CUI PER OLTRE VENT’ANNI HA CONDIVISO MILLE AVVENTURE?  SCRIVE UNA LETTERA ALLA NOSTRA REDAZIONE PER OMAGGIARE LA SUA PANDA SISLEY E RICORDARE COME LA LEGGENDARIA 4X4 GLI HA CAMBIATO LA VITA. E NOI NON POSSIAMO CHE PUBBLICARLA. 

Nata sul finire degli anni ’80 per poi uscire fuori produzione con il voltare del secolo, la panda Sisley 4×4 ha segnato un’epoca. La Fiat l’ha chiamata Sisley perché fu la nota marca di abbigliamento a disegnare i suoi bellissimi interni e a prestargli il logo della canoa. Chi ha avuto la fortuna di acquistarla ha viaggiato su un motore potente a basso consumo, ideale per un appassionato di barbecue sempre in viaggio alla ricerca dei luoghi più belli dove consumare la sua passione. Se lo ricorda bene Giulio C. , nostro appassionato lettore, che con la mitica Sisley ha girato l’Italia in lungo e in largo.

La lettera che ci ha inviato è certamente nostalgica  ma anche piena di bei ricordi. Di sentimenti. Di emozioni. Di voglia di vivere. E proprio queste sono le storie che ci piacciono; che riceviamo e pubblichiamo con gioia.

Ah la mia pandina, ricordo ancora la prima volta che l’ho vista. E come si fanno a dimenticare certe emozioni. Ti fanno salire il cuore in gola e si fissano nella mente come una polaroid. Nella sala del concessionario era la più bella di tutte. Forse lei neanche se n’è resa conto, avrà pensato di essere una cenerentola tra intriganti fuoriserie.

Sì, niente raffinatezze o stravaganze aerodinamiche, ma fiiiuuu perbacco anche la sua di carrozzeria non era niente male. Rossa amaranto, 4×4, ampio parabrezza, lavafari e marmitta catalittica. Insomma, proprio uno schianto di fuoristrada. E da quel momento ho cominciato a pensare che lo cosa si stava facendo seria.

Era il 1993,  io ero giovane, Baggio doveva farci vincere i mondiali in America. Negli anni poi scoprii che il motore della mia pandina era un 1000 FIRE CON CARBURATORE WEBER. Weber, come quelli che costruiscono i barbecue. Per me sapete che sono un amante del barbecue è stato come un segno, una conferma alla mia folgorazione.

Non ci pensai più di tanto per comprarla. Qualche settimana. Giusto il tempo di fare mente locale. Mi son detto forse è proprio lei la macchina che cercavo. Ho dato una sbirciatina anche agli interni e quando ho visto disegnata una canoa sul sedile per me che amo il rafting è stata un’ulteriore conferma. Non ho avuto più dubbi: ho tolto il forse e ho pronunciato il sì. In più dicevano che i pezzi di ricambio di questa macchina erano facili da trovare. 

Sì, la Panda Sisley 4×4 è la macchina giusta per me. Allora mi è sembrato che lei lusingata mi abbia persino strizzato l’occhio, mentre il consulente soddisfatto ha subito officiato il matrimonio. A lui l’assegno a me le chiavi e finalmente è cominciata la nostra avventura.

Via spensierati a tutta birra. All’inizio un po’ incerti sull’asfalto poi sempre più sicuri nei luoghi più impensabili. A beccheggiare fra le dune, a zigzagare per trulli e oliveti o a improvvisare gimcane nei sottoboschi. Niente poteva fermarci.

Se ogni tanto lei si impantanava rispondeva furiosa con improvvise derapate o guadava impavida i torrenti della Val di Chiana. E man mano che ci prendeva gusto si inerpicava sempre più in alto oltre le Murge fin su i più alti belvederi alpini. Si dice che le auto mettano le ruote alla felicità ma a me con lei è sembrato di volare. E quando le sere d’estate nel kettle affumicavo salsicce d’asino le stelle splendevano ancor più radiose per l’appetito.

Ogni viaggio poi iniziava caricando i bagagli. Il bagagliaio era capiente e ci ho messo praticamente di tutto: carboni, casse di birre e damigiane di vino. Una volta sul tetto ci ho perfino caricato uno smoker in acciaio con dei ciocchi di quercia. Poi si passava dal macellaio a comprare la carne e caricato il bottino via spediti a cuocer capretti, a grigliare bombette, ad arrostire bistecche. E alle sagre non si poteva certo mancare. Mica son scemo: nei paesini si va a far festa, a ballare con le ragazze e a mangiar tutti assieme. E’ la vita!

Ogni volta un’avventura. Ma devo dire la verità. Da solo o con a bordo gli amici, non faceva poi così tanta differenza. Anzi, era lei a fare la differenza, perché fra tutte le auto della mia compagnia con quel suo colore rosso accesso spiccava come una coccinella fra le fronde. Era il mio portafortuna. La mia gioia. La mia inseparabile amica.

Poi a un tratto dopo 24 anni di pazzie il peso della vecchiaia ha cominciato a farsi sentire. Un po’ di tosse, qualche perdita d’olio, un’ammaccatura qua e là, il radiatore che va a farsi benedire. E così poco per volta mi ha lasciato. Ogni tanto se ci penso mi commuovo ma è un attimo poi sorrido, perché se chiudo le palpebre lei continua a farmi l’occhiolino come a dirmi beh che fai lì impalato, non ci facciamo un giro?

Di Giulio Carburo

 

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