HomeRubricheQui MilanoBARBECUE MILANESE? ECCO IL DOLCE CHE DOVETE PORTARE!

BARBECUE MILANESE? ECCO IL DOLCE CHE DOVETE PORTARE!

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BUSSATE CON I PIEDI E FATELO IN MODO GREZZO (ANCHE SE SIETE A MILANO)! SE VI HANNO INVITATO AD UN BARBECUE MILANESE PORTATE UN VASSOIO DI DOLCI PRESI DA GREZZO LA PRIMA PASTICCERIA CRUDISTA DI MILANO: SARETE I PIU’ FICHI DI TUTTI!

A Milano si sa è tutto più “chicchettoso”, anche un semplice barbecue. Occhio quindi a quando vi propongono una grigliata con fare modesto: “Ma si, grigliamo due cose nel giardino di casa mia, non portare niente, magari un dolcetto se proprio vuoi”. Succede così che “il giardino di casa mia” rischia di somigliare alla Villa Reale di Monza in miniatura.

Voi vi sentite in imbarazzo mentre cercate un posto per la macchina perché il parcheggio sembra il campo da calcio di Holly e Benji, e quella torta gelato Sammontana che avete preso al bar sotto casa diventa improvvisamente l’idea più stupida mai avuta. Meglio niente piuttosto che gli 11 euro e 50 centesimi che vi ha venduto il bar cinese sotto casa, al quale magari avete anche chiesto se fosse una “Sammontana” originale: “Sai non vorrei fare brutte figure”.

barbecue
Grezzo Milano

UNA BUONA REPUTAZIONE MILANESE COMINCIA DA QUI: SPENDETE E SARETE AMMESSI NEI MIGLIORI CLUB MANGERECCI MENEGHINI

Con questo articolo non voglio evitare che roviniate le grigliate dei vostri amici milanesi o brianzoli. No, con questo articolo io vorrei evitare che roviniate la vostra amicizia… magari appena iniziata.

Esiste un modo chic per presentarsi a questi allegri barbecue dominicali con il dolce perfetto. Abbastanza snob, abbastanza milanese e abbastanza costoso, perché ricordatevi: il prezzo a Milano fa la differenza.
Il negozio figo che fa per voi l’ho scoperto facendo un giretto in via Pastrengo, nel cuore della nuova zona super inn di Milano, proprio sotto i due grattacieli del Bosco Verticale: Isola. Si chiama Grezzo Row Chocolate ed è una pasticceria crudista.

CRUDI… CHE?

Questa storia del crudismo è quasi vecchia ormai, nel corso degli anni ho assistito a ragù crudisti, hamburger crudisti, intrugli indecifrabili crudisti, ma mai ai dolci. Per chi non lo sapesse il crudismo prevede che nessun alimento sia cotto ad alta temperatura, l’unica temperatura permessa è quella del calore solare. Devono essere alimenti di stagione e con una predilezione verso il biologico. Sul biologico io ho le mie idee, ma magari le affronterò più avanti che troppe emozioni tutti insieme non aiutano.

È COSÌ CHE UN PAZZO VISIONARIO SI INVENTA LA DIETA DEI DOLCI

Comunque Grezzo esiste, esiste da 5 anni a Roma, da qualche tempo a Torino e ora a Milano. L’ha creato Nicola Salvi, un pazzo visionario direte, un pazzo visionario vi dirò. Ma come ci arriva uno a pensare che anche quel piccolo piacere, che tutti – comprese noi donnine fissate con la linea –  amano concederci ogni tanto, possa diventare all’improvviso sano, quasi dietetico, praticamente un’insalata? E Dai su, i più scontati su facebook ci farebbero un intero poema barzellettato, in cui tutti gli aforismi finirebbero con: “Ma che vita di me….”.

FIGA, A ISOLA TRA UN PO’ DEVI PAGARE LA TASSA DI SOGGIORNO PER ENTRARCI!

Arrivo davanti a Grezzo, all’Isola, che prima per il milanese imbruttito era “Come caspita fai a vivere a Isola?” e ora è diventato “Figa vivi a Isola? Ma quanto fatturi?”. Un quartiere che dopo l’Expo è rinato, ed è residenza di ricconi che convivono con le vecchie case popolari, in una miscela così composta di anime che sembra un luogo sospeso nella nebbia, dove non sai cos’aspettarti, se la pizzeria con le tovagliette di carta o il Jazz Club più esclusivo di Milano.

È passata l’ora di pranzo e io non ho mangiato. Dalla vetrina intravedo cose, buone immagino, ma si sa, quando sei affamato ti sembra buona anche una zucchina lessa scondita. Decido che la missione deve essere fatta a stomaco pieno, il dolce deve essere il completamento del pasto della leonessa. Mi allontano di qualche metro, mangio una cosa buona così così ed entro.

GREZZO A CHI?

Negozietto piccolo, si sviluppa in lungo, nero e con le pareti in muratura. Ci entro e la mia anima radical chic si colora, facendo da contrasto a quell’eleganza povera, minimal, che a noi milanesi doc (amo definirmi così anche se il mio accento romano mi tradisce) piace assai. Sembra una pasticceria vera mi dico, ci sono dolci, la maggior parte scuri, è cioccolato, ci sono i gianduiotti, dai su quelli sono gianduiotti veri! Quando entro ci sono solo due clienti eDavide, lo store manager, può dedicarsi a me.

Niente di cotto, niente alte temperature, ogni cosa conserva le proprietà nutritive originali, e da questo deriva anche il nome “Grezzo”. Materie prime di origine biologica, per un prodotto salutare, energico (a rilascio graduale, come le pillole in pratica), grassi polinsaturi che facilitano la pulizia dei grassi in eccesso e stimolano il metabolismo. Dietisti e dietologi di Milano, Roma e Torino scansatevi, io vi porto tutti da Grezzo a fare una masterclass. Ma chi è il protagonista di questo miracolo alimentare? Lei, la sola indiscussa, fava di cacao. L’ingrediente base di quasi tutti i dolci di Grezzo.

NON DOVREBBERO MAI CHIEDERMI “COSA TI FACCIO ASSAGGIARE”? IO DIVENTO OSTILE

Quando scatta la domanda “Cosa ti faccio assaggiare?” la risposta che mi verrebbe da dare è: “Domanda sbagliata, una penalità“, ma mi avete vista? Sono pur sempre una donnina, quindi elegantemente rispondo: “Fai tu, stupiscimi”. Non è finita però: “Dolce o amaro?”, le domande cominciano ad essere troppe e io coi dolci già ho uno strano rapporto.

Ancora non ho ben capito quanto mi piacciano davvero, o meglio, da piccola avevo pochi dubbi, il mio sogno era di svegliarmi tutte le domeniche con una mega torta piena di bignè alla crema. Col tempo la predilezione per il salato ha lasciato spazio a mega torte si, ma fritte, col culatello magari.

Davide Franchi, Store Manager Grezzo Milano

DALL’ISOLA DI MILANO ALL’ISOLA DI SICILIA È UN ATTIMO

Davide fai tu, davvero, dolce, amaro, mischiami le carte in tavola e fammi sognare. Mi mette sotto il naso un pezzetto di cioccolato, 80% cacao mischiato allo zucchero di cocco, lavorazione a freddo, sento lo zucchero di cocco che si infrange sui denti, mi ricorda un po’ il mare sugli scogli e un po’ il cioccolato di Modica, con questo zucchero che non si sposa mai totalmente col cacao.

Il tutto così concepito si scioglie in bocca senza lasciare traccia alcuna, e il pasticcio di cacao e zucchero arriva giù, dove i miei sensi non lo sentono più e l’appetito non è ancora appagato. Sembra di parlare della mia vita, invece come al solito è cioccolato.

COME FUNZIONA QUESTA STORIA DEL GUSTO DEL CACAO 

Insomma se lo preferisco amaro mi dà il cioccolato al 70%, se lo preferisco dolce mi propone quello all’80%. All’Esselunga so che non funziona così. Il ragionamento? La quantità di pasta di cacao. Il cioccolato 80% è composto per l’80% di pasta di cacao e per il 20 da zucchero di cocco, il 70% invece è composto da 70% pasta di cacao e 30% burro di cacao, perciò signori miei: anch’esso cacao. Un consiglio: se volete provare questa cosa scordatevi il sapore del cioccolato Novi che siete abituati a mangiare. Non è peggiore, non è migliore: è diverso.

SIGNOR FERRERO TI PREGO SALTA QUESTO PARAGRAFO, IO LA NUTELLA ANCORA LA MANGIO!

In un periodo come questo poi, dove il vero valore della perdizione si è perso, i più cercano di comprare le nostre carenze d’affetto con dolci al limite della legalità e la crema Pan di Stelle sfida apertamente la Nutella, io non potevo non assaggiare la loro crema alla nocciola. Ha un colore grigiastro, mia mamma direbbe che ha il colore “del gatto quando scappa”, che altro non vuol dire: “Non è che proprio si capisca che colore abbia”.

Comunque, anche la crema è grezza. Mi piace, mi piace perché potrei mangiarla senza sentirmi in colpa, e la sua permanenza in bocca batte Nutella e Pan di Stelle di almeno 3 minuti.

SE HAI VISTO PRIMA IL FILM LEGGERE IL LIBRO SEMBRA UN’ALTRA STORIA

Quello che ho capito da questo pot pourri di informazioni è che spesso il sapore dei dolci che mangiamo non corrisponde alla realtà ad essi associata. Per farla semplice: se mangio il gelato alla banana e non ho mai assaggiato la banana, quando assaggerò la banana darò la colpa al fruttivendolo dove l’ho comprata perché non è buona.

In realtà io non ho mai assaggiato la vera banana, ma mi sono convinta che il suo sapore fosse quello del mio gelato, ora il nuovo sapore non è cattivo, è solo diverso. È come vedere prima il film e poi leggere il libro: la realtà “artificiale” di un film, come di un gusto di gelato, è un’abile mentitrice.

IL CIOCCOLATO CRUDO NECESSITA DI SPIEGAZIONI

E lo dovremmo spiegare anche al bimbo con cui Davide ha perso la scommessa: “Vedrai che ti convinco che questi dolci sono come tu li vuoi”. Lui assaggia tutta la pasticceria cercando il sapore della Nutella, ma bimbo caro, la Nutella non esiste, la Nutella è un concetto, è una formula magica che si concretizza in bocca e diventa un desiderio.
Il cioccolato crudo è il desiderio che diventa concretezza. Ma ti svelo un segreto: è dietetico, puoi abbuffarti quanto vuoi e nessuno ti nasconderà il vasetto di crema alla nocciola.

Allora, siete già arrivati al Barbecue in Villa Reale? Bene, ora, parcheggiate la macchina nel posto più stretto che trovate, camminate in silenzio proteggendo il vostro dono come facevano i Re Magi in cammino verso Betlemme, e presentatevi a Corte coi dolcetti che nessuno oserebbe portare. Vediamo chi è il più fico di tutti adesso!

di Fiorella Palmieri 03/11/2019

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