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I VEGANI SONO PERICOLOSI PER L’AMBIENTE E PER L’UMANITA’ BISOGNA FERMARLI

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I VEGANI RAPPRESENTANO UN SERIO PERICOLO PER L’AMBIENTE:  ECCO PERCHE’ VANNO FERMATI AL PIU’ PRESTO 

Se c’è una categoria di persone per la quale nutro zero simpatie è quella dei supponenti seguiti subito dopo dagli incoerenti. I primi sono persone che, con un fare spocchioso e una fastidiosa superiorità intellettuale, hanno la convinzione-presunzione-arroganza di saperne sempre più di te.

I secondi predicano bene e razzolano male. Chi riesce ad essere contemporaneamente sia “supponente” che “incoerente” sono i vegani, sopratutto quelli che io definisco “da combattimento”,  persone che mentre azzanni un cosciotto di pollo ti guardano con schifo e ribrezzano e ti additano come la causa di ogni male su questo pianeta. Rosatellum compreso. 

mozzarella vegana
mozzarella vegana

 VEGANI PERICOLOSI PER L’AMBIENTE – PERCHE’ FERMARLI

Ecco, i vegani da combattimento sono la categoria che più di ogni altro detesto. Sia chiaro, non perchè hanno deciso di non mangiare carne. Assolutamente no. Scelta che va rispettata Non mangi la carne perchè il maiale preferisci averlo in salotto come animale da compagnia piuttosto che dentro un panino sotto forma di prosciutto? Ok, ci sto.

Ma se asserisci che non mangi carne perchè vuoi salvare il mondo, perchè sei un essere superiore, per scelta etica, allora divento una bestia furiosa. I vegani da combattimento appartengono alla seconda razza. Ecco, li detesto perchè sono supponenti e rappresentano la massima espressione della incoerenza. E ora vi spiego perchè. 

Per il solo fatto di non mangiare carne, pesce, cannoli alla crema e ravioli ripieni di ricotta e spinaci si sono autoproclamati salvatori del mondo, convinti, tra le altre cose, di essere gli unici detentori del diritto di critica e portatori di un’etica superiore. Noi onnivori siamo il male assoluto. Loro vegani i salvatori. E qui già iniziano le crepe delle loro convinzioni. 

In quanto vegani godono – e non si sa perchè! – di una totale immunità. Detta in parole povere: a loro è permesso-perdonato-giustificato tutto. Criticarli diventa difficile, complicato e a volte dispendioso. Ma non impossibile e noi ne siamo la prova. 

La realtà – per fortuna o purtroppo questo dipende dai punti di vista – è ben diversa da come questi signori vogliono raccontarcela. La realtà ci dice che se i vegani da combattimento, e le loro strampalate teorie-stili di vita-diete, dovessero prendere piede il mondo se la vedrebbe brutta.

Se dall’oggi al domani smettessimo di mangiare mozzarelle, miele e bistecche e iniziassimo a mangiare i cibi veg che l’industria propina in un crescendo di fatturato, il surriscaldamento globale e la deforestazione si impennerebbero come mai avvenuto in milioni di anni.

Questo perché una vasta quantità di alimenti consumati dai veg richiede una lunga filiera di lavorazione, dalla coltivazione a migliaia di km ai numerosi processi necessari per trasformare la soia nell’unico alimento più insapore del pollo: il tofu.

salami vegani
salami vegani

VEGANI PERICOLOSI PER L’AMBIENTE – I DANNI DELLA QUINOA 

Mettetevi comodi e proseguite la lettura. Alla fine sarete così incazzati che anche un film di Nanni Moretti vi sembrerà divertente. Circa un mese fa THE VISION, un magazine online molto interessante, ha raccontato gli effetti devastanti che i capisaldo della dieta vegana hanno sull’ambiente.

Quinoa, Avocado, Soia e Anacardi, se coltivati con il ritmo necessario a soddisfare i capricci dei vegani di casa nostra, ci faranno fare la fine del Tirannosauro Rex. Solo che i dinosauri vennero accoppati da un asteroide, noi siamo minacciati da un esercito affamato di Soia. Una fine davvero ingloriosa.  Abbiamo detto Quinoa? Ecco leggete qui:

La quinoa è considerata uno degli alimenti più nutrienti in natura ed è utilizzata di frequente nelle diete vegane per l’alta concentrazione di proteine che contiene; viene coltivata nei due Paesi più poveri del Sud America  Perù e Bolivia  e da quando è stata scoperta nelle “diete etiche” ha completamente stravolto l’esistenza degli abitanti di entrambi i Paesi. Dal 2006 al 2011 il prezzo della quinoa è triplicato, fino a raggiungere i 3mila euro la tonnellata, ma alcune varietà più pregiate rossa real e nera  possono superare i 4mila e gli 8mila euro.

Per questo motivo in Bolivia, un Paese in cui il 45% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, gli agricoltori hanno cambiato la loro dieta, immutata per oltre 5mila anni. La quinoa, ormai troppo preziosa per essere consumata localmente, viene quasi interamente venduta o scambiata per Coca-Cola, dolciumi industriali e altri prodotti della dieta occidentale.

La situazione è così grave da aver creato un inedito banditismo locale, che lotta a colpi di rapimenti e di candelotti di dinamite per la conquista di terreni coltivabili a quinoa. La diversità biologica delle coltivazioni è stata inoltre quasi completamente distrutta per essere convertita in una monocoltura di questa pianta. Per gli agricoltori non avrebbe senso fare diversamente.

In Perù, dove il 22% della popolazione vive in povertà, la situazione non è migliore. Un chilo di quinoa costa dieci soles, circa 2,70 euro: più del pollo e quattro volte il riso. Secondo le statistiche governative il consumo è crollato a livello nazionale per questo motivo. Una notizia preoccupante, visto che proprio per le eccezionali proprietà nutritive la quinoa risultava fondamentale per sostenere la popolazione nelle zone più povere del Paese, colpite da un livello di malnutrizione infantile fra i più alti in Sud America. Secondo l’UNICEF il 19.5% dei bambini peruviani soffre oggi di malnutrizione cronica.

Il paradosso è evidente: mentre nei Paesi d’origine è diventato più conveniente mangiare l’hamburger di una multinazionale, i ricchi europei e americani possono consumare l’etico, salutista e sostenibile burger vegano di quinoa.

Lavoratore della Quinoa
Lavoratore della Quinoa

 VEGANI PERICOLOSI PER L’AMBIENTE – I DANNI DELL’ANACARDO 

Avete mai letto le ricette vegane? Fanno ridere. Hanno i formaggi che non sono formaggi, besciamella e gelati prodotti senza latte. E i dolci sono fatti senza panna, uova e miele. Come è possibile tutto ciò? Grazie alla maionese di anacardo. Molti di voi probabilmente non l’hanno mai visto un anacardo a meno che non siate andati in uno dei paesi più poveri del mondo, il Vietnam. Volete solamente dolci veg? Ecco le conseguenze raccontate da The Vision

Secondo un dettagliato reportage di Human Rights Watch, gli anacardi vietnamiti provengono infatti quasi totalmente dal lavoro forzato nei centri di recupero per tossicodipendenti condannati. Moltissimi detenuti arrivano in questi centri senza essere stati difesi da un avvocato e senza un regolare processo e sono costretti a lavorare otto ore al giorno, sei giorni alla settimana, a un ritmo di estrazione di un anacardo ogni sei secondi.

Chi non rispetta questi standard subisce svariate punizioni corporali: viene picchiato con bastoni chiodati, rinchiuso in celle d’isolamento, costretto al digiuno e privato dell’acqua. In molti casi torturato con l’elettroshock.Per questo motivo Human Rights Watch li ha definiti “anacardi insanguinati”, come i diamanti africani.

lavorazione anacardo
lavorazione anacardo

VEGANI PERICOLOSI PER L’AMBIENTE – I DANNI DELLE MANDORLE 

Anche un innocuo mandorlo, pianta che in Italia conosciamo bene, se iper coltivato può generare qualche problemino. Ma si sa, le mandorle, ricche di calcio, piacciono tanto ai veg e così è necessario produrne sempre di più. Avete presente la mozzarella vegana? Ecco, si ricava grazie al latte di mandorla.

Le conseguenze di questa iper coltivazione? Devastanti, sopratutto in California. Ma ai vegani di casa nostra, veri premi Oscar all’Incoerenza, questa interessa poco. Scrive The Vision: 

La richiesta è aumentata a tal punto da costringerci a importarle quasi totalmente dall’estero, nonostante le nostre millenarie tradizioni legate al loro consumo. Principalmente dalla California, responsabile dell’82% della produzione mondiale. Un quasi-monopolio in crescita costante, che ha messo lo stato americano in ginocchio per il prosciugamento delle riserve idriche. Per produrre una singola mandorla sono necessari infatti oltre 4 litri d’acqua  e la California ne produce ogni anno più di 950mila tonnellate.

Le ripercussioni della siccità sulla fauna sono devastanti: sono morti oltre 4mila cervi in un anno; alci, linci, volpi, coyote e orsi sono talmente assetati da spingersi con sempre maggiore frequenza nelle zone abitate dall’uomo. Diverse tribù di Nativi Americani stanno cercando di salvare il salmone Chinook, un pesce fondamentale per la loro storia e cultura: peccato che l’acqua che potrebbe evitarne l’estinzione venga deviata per centinaia di km per essere usata nei frutteti di mandorle.

Siccità in California
Siccità in California

VEGANI PERICOLOSI PER L’AMBIENTE – VADE RETRO SOIA 

Uno dei peggiori nemici della foresta pluviale è la soia, che guarda caso è il l’ingrediente più utilizzato dai vegani  (se sbirciate sul web e nei libri di ricette veg vi accorgerete che la soia è utilizzata in  oltre mille ricette veg).

L’equazione quindi è facile facile: coltivare soia nelle quantità desiderate dai vegani significa distruggere ogni anno migliaia di ettari di foreste. La iper coltivazione della soia è più dannosa di qualunque altra cosa. I numeri che ha pubblicato The Vision sono allarmanti: 

Per questo legume ogni anno viene raso al suolo il 3% della foresta pluviale Argentina, situata nella provincia di Cordoba. Otto milioni di ettari  un’area grande quanto il Portogallo. In Brasile, dal 1978 a oggi, sono sparite invece Italia e Germania. Ma a chi importa, no? Del resto la foresta pluviale serve solo a produrre il 28% dell’ossigeno che respiriamo e a stabilizzare il surriscaldamento globale attraverso l’assorbimento di anidride carbonica. Certo, uccidere miliardi di persone facendo innalzare il livello degli oceani a causa dello scioglimento dei ghiacciai è un equo sacrificio rispetto alla vita di una quaglia del Molise, peccato che la foresta contenga anche il 40% delle specie animali viventi.

coltivazione Soia foresta Amazzonica
coltivazione Soia foresta Amazzonica

Ora, conclusa questa carrellata degna di un film horror, siete in possesso di utili strumenti per rispondere in maniera seria e completa al prossimo vegano che vi annoierà sulla sua presunta superiorità morale, etica e intellettuale. Diffondete queste informazioni e iniziate a rispondere punto su punto ogni qual volta troverete questi invasati incoerenti sulla vostra strada. 

L’articolo pubblicato su The Vision, del quale noi abbiamo riportato alcuni punti salienti, è serio, autorevole e riporta le fonti da cui vengono presi e denunce. Sfido qui chiunque a sostenere il contrario

Gli onnivori come noi per troppo tempo sono stati silenziosi di fronte all’avanzata di questa minoranza che, oltre ad essere presuntuosa e rumorosa, sta cominciando ad essere molto, molto dannosa.

di Michele Ruschioni 1 Novembre 2017 

 

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