SE VOLETE DIVENTARE VEGANI FATELO PURE MA PER UNA SETTIMANA AL MASSIMO NON DI PIÙ PERCHÈ ALL’OTTAVO GIORNO CAPIRETE CHE LA DIETA VEGANA È IMPOSSIBILE
I paladini della rivoluzione etica, quelli che vogliono cambiare le nostre abitudini alimentari, potrebbero definirmi un uomo tutto d’un pezzo. Una definizione che a dire il vero non mi dispiace. Sono infatti una persona coerente e quindi dico e faccio tutto quello che penso. Non sono però un tronchetto di legno, anzi mi emoziono facilmente, soprattutto in cucina. In particolare sono i piatti caserecci, quelli che preparano le brave massaie, a far vibrare le corde dei miei sentimenti.
Tradizionalista, amante della gastronomia popolare, appartengo al partito di quelli che “guai se alla domenica mancano le orecchiette al ragù“. Di sabato mi accontento anche di qualche braciola, purché al venerdì ci sia il mio piatto preferito: spaghetti al pomodoro con cozze ripiene. Una specialità marinara che divoro leccandomi le dita ad una ad una. Capite dunque perché mi stupisce sentirmi dire che dovrei vergognarmi; che dovrei sentirmi in colpa perché anche i mitili anno un’anima?
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: LA MIA SETTIMANA ETICA
La litania veg continua con uova, miele e formaggi. Insomma, con tutti quegli alimenti di origine animale. Per non parlare della carne, l’alimento sacrilego per eccellenza. Per carità, condivido le critiche su l’allevamento intensivo, ci mancherebbe altro, è un’aberrazione, ma allevare non significa schiavizzare, significa prendersi cura degli animali per nutrirsi di quanto di buono hanno da offrirci. Ad ogni modo, anche perché pungolato dal mio editore, ho deciso di mettere da parte i miei convincimenti più granitici, almeno per un po’. Devo capire, questo è il compito affidatomi, cosa si provi davvero a diventare fruttariano, a mangiare solo e soltanto cibi vegetali. Sono quindi andato al supermercato; ho acquistato una scorta di prodotti “etici” e così è iniziata la mia settimana vegana.
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: AL SUPERMERCATO
Già al reparto gastronomia alcune riflessioni si sono imposte alle narici. Caciotte e salumi vari, spandendo i loro profumi, ti avvolgono facendoti venire subito l’appetito. I prodotti veg, invece, per quanto ben confezionati, non hanno questo potere. Non spandono nessun aroma. Inoltre, prezzi alti e packaging eleganti danno l’idea di una proposta rivolta a una clientela differente. Più ricca e sofisticata. Molto diversa, quindi, dal consumatore medio, che invece ha un budget limitato. Voglio dire: 1,78 euro per un pacchetto di patatine mi sembra oggettivamente troppo; 3,69 euro per un succo di carota poi rende guardinga anche la casalinga più scialacquona.
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: IL LATTE
Il mio battesimo è iniziato lunedì mattina con una bibita d’avena, bianca come il latte ma che latte ovviamente non è. Il latte, infatti, lo fanno solo gli erbivori (mucche, pecore e capre) il cui siero, pregno degli aromi del pascolo, acquisisce un gusto decisamente rotondo. Il latte d’avena invece è acquoso, ha il sentore della pianta ma proprio per questo non mi convince. Positiva però è la comparsa della vitamina B12. Una vitamina che fino a qualche tempo fa non c’era nell’alimentazione vegana e che invece è da sempre presente in quella carnivora. Le polemiche su questa sostanza sono sempre state molto accese, dato che contribuisce a formare le difese immunitarie dei bambini. La sua introduzione va quindi accolta con piacere, ma una spiegazione sui processi chimici per ottenerla sarebbe gradita. Al momento tutto tace.
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: BISCOTTI E MERENDINE
Riguardo a merende e biscotti non sono molto critico. Al supermercato infatti non trovi certo i cornetti appena sfornati. Quelli che ho provato, senza uova e latte e con farcitura di albicocca, non saranno eccezionali ma li trovo onesti. Così pure i frollini al cioccolato: promossi, non col massimo dei voti, ma promossi. Anche se, diciamolo, hanno barato. Mi spiego: se questi frollini (di cui per ovvi motivi non cito il marchio) sono vegani perché contengono miele, albume d’uovo e latte in polvere? Inoltre, il costo è sopra la media (1,81 euro per 200 grammi quando altri marchi italiani propongono confezioni da 400 grammi per molto meno). Infine, la “nutella” vegetale. Che dire, a me piace, quindi, spalmatela pure su un pezzo di pane e godetevela alla grande. Anche a merenda.
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: POLPETTINE DI SOIA CHE ORRORE
Boccio invece senza riserve le polpettine di soia. Il motivo? Sono davvero insipide. Albume e aglio in polvere ma che ingredienti sono? Estratto di malto d’orzo e proteine di frumento idrolizzate ma che è, chimica? Qui per me l’industria vegana ha toccato il fondo. Ha disonorato un classico della cucina italiana. Ma come, la polpetta, la regina delle nostre tavole, si tratta in questo modo? Spogliata dei suoi ingredienti base, la si getta così come una patatina qualunque su un anonimo friggitoio? Questo, consentitemelo, si chiama stupro!
PERCHÉ È IMPOSSIBILE DIVENTARE VEGANI: CARNE SURROGATA
Cotolette, hamburger e crocchette (di soia) sono invece passabili. Anche se va fatta una precisazione grossa quanto una casa. Una cotoletta veg non regge il confronto con le classiche orecchie di elefante, più oleose, consistenti e saporite. L’hamburger, sì è vero ricorda il gusto della carne, ma in cottura non rilascia nessun sughetto e questo è un dettaglio non da poco per un carnivoro. Le crocchette poi si sente che sono aromatizzate ma sono alla stregua di un prodotto da rosticceria. Niente di più. Infine, l’insalata di farro che amo ma non nella sua versione vegetale. Per arricchirla ho pensato al tofu, il formaggio vegano. Sarà che non ne ho acquistato uno di serie A ma il tofu lo trovo sciapo. Senza personalità. Vuoi mettere il parmigiano, l’asiago o il pecorino? E’ tutta un’altra storia.
LA DIETA VEGANA È IMPOSSIBILE: CONCLUSIONI
Chiudo con un verdetto inappellabile: la conversione al veganesimo è impossibile. Non fosse altro per la difficoltà di fare colazione al bar. Un cornetto veg forse lo trovo ma un cappuccino etico, chi me lo fa?
Nell’articolo volutamente non mi sono soffermato su questioni tecniche (lavorazione industriale degli alimenti ed effetti sulla salute). Questi sono argomenti che lascio agli esperti. A me interessa un’altra cosa. Interessa parlare del gusto, del sapore, dell’aroma di un alimento. La cucina, è giusto, deve seguire degli orientamenti etici, ma senza privarsi del piacere di mangiare, aspetto che influisce sulla nostra psicologia. Si dice che la pasta dispensi ottimismo, ma la fissazione “bio” con i suoi prezzi esorbitanti mette in imbarazzo il consumatore medio e questo è il motivo per cui nei supermercati non ci sono corsie ma solo scaffali veg.
Per i surrogati di carne il discorso è diverso, i prezzi sono abbordabili. Ma la carne surrogata, ripeto, è appena accettabile e, dettaglio non da poco, non matura, non frolla, non migliora il suo sapore. Stiamo attenti, dunque, a questo aspetto e se domani i prezzi di questi prodotti dovessero aumentare, poniamoci una domanda, perché? Se manca la risposta, ovvero il gusto, lasciamo perdere, non ne vale la pena.
di Gianluca Bianchini 01/03/2020