IN QUESTO DELIZIOSO PAESINO, CHE CONSERVA INTATTO IL FASCINO DI UN TEMPO, SI SVOLGE LA PIU’ INTERESSANTE E SCENOGRAFICA RIEVOCAZIONE STORICA DEL RINASCIMENTO ITALIANO
LA STORIA DEL PALIO
Squillino le trombe e avanti dame e cavalieri. Leonessa accoglie l’edizione 2015 del Palio del Velluto a cura dell’ente e del comune. Una manifestazione che fa rivivere l’antica atmosfera rinascimentale che si viveva nell’Italia del ‘500. In particolare si tratta dellla rievocazione storica delle feste che, per otto giorni, si svolgevano cinque secoli fa in occasione della solenne Fiera di S. Pietro. Il Palio del Velluto, il cui nome è legato all’attività di tessitura locale, veniva disputato in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo e della relativa fiera.La prima edizione è datata 1464. I festeggiamenti furono interrotti e proibiti nel 1557 in seguito a tafferugli tra il pubblico che provocarono la morte di quattro persone. La manifestazione è stata riportata in vigore dal Comune di Leonessa nel 1997, collegandola anche all’ingresso solenne di Margherita D’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V e duchessa di Parma, cui il padre aveva concesso Leonessa in feudo.Viene disputato un complesso di gare, la più importante delle quali a cavallo, fra i rappresentanti dei rioni, i cosiddetti «Sesti», in cui la città fu suddivisa nel 1278, all’atto della fondazione da parte del re di Napoli Carlo d’Angiò. I festeggiamenti prevedono la cerimonia d’investitura dei Cavalieri, il Torneo della PallaGrossa, la Gara del Pane ed il Torneo Equestre tra i Sesti.I festeggiamenti si concluderanno con la proclamazione e l’incoronazione della madonna del Sesto vincitore del Palio del Velluto. La manifestazone è arricchita da musiche, concerti, recite, taverne con piatti dell’epoca, giocolieri .I «Sesti» sono: Corno, Croce, Forcamelone, Poggio, Terzone, Torre, dai nomi dei castelli più importanti che concorsero alla fondazione di Leonessa.
LA TAVERNA DI FORCAMELONE: COSA MANGIAVANO NEL RINASCIMENTO
Il Sesto di Forcamelone è un’unità territoriale del comune di Leonessa, il quale era originariamente diviso in “Sesti”, ovvero le odierne contrade. Da sempre, durante i festeggiamenti del Palio del Velluto di Leonessa, il direttivo del sesto di Forcamelone si è dato parecchio da fare per ricostruire quella che era l’atmosfera rinascimentale delle taverne Leonessane. La ricerca dei luoghi, dell’esclusiva illuminazione a candele, dell’uso di stoviglie di legno/terracotta, insieme ai ricercatissimi menù dell’epoca, fanno della taverna di Forcamelone il vanto del Comune di Leonessa, accogliendo i migliaia di turisti in visita durante l’ultimo week end di giugno. Le taverne ricavate in locali caratteristici del centro storico, sono la forza e l’orgoglio di tutta la Manifestazione del Palio del Velluto, il punto centrale di incontro e di socialità tra le persone giovani e meno, spinti dall’amore per la città dove vivono da e con l’obiettivo far rivivere le suggestive atmosfere di questa epoca rinascimentale così speciale per la storia del nostro Paese.
Le testimonianze relative proprio a quel periodo narrano di una cucina votata all’esuberanza e all’artificio. A cui si aggiunse una attrazione forte per il raro, l’esotico e lo stravagante. Manzo, agnello, maiale, cinghiale, cervo, lepre, tonno, sgombro, uova e lenticchie vengono arricchiti da miele, mosto, vino, aceto, imbottiti di strane miscele di spezie ed erbe odorose raggiungendo il culmine della stranezza con una salsa di pesce fermentato onnipresente in tutti i piatti. Questa situazione riguardava i ricchi e i nobili, i quali nelle occasioni speciali o nei banchetti ufficiali usavano dare un assaggio della propria opulenza a tavola ai contadini. Questi ultimi avevano abitudini molto più umili e semplici nei loro pranzi e cene. Proprio in questa direzione la taverna di Forcamelone si indirizza allo scopo di deliziare i visitatori del Palio attingendo dai tipici menu contadini del’epoca basati su carni quali pollame bianco o ancora legumi come i fagioli e il farro che fungevano da primi piatti. Come secondi invece trionfavano carni bianche, pollo o suino. A quel tempo verdure e ortaggi costituivano la parte fondamentale dell’alimentazione contadina. Largo così a zuppe a base di fagioli, farro,fave, ceci o ancora frittate di ortiche, cicoria, zucchine. Il pane abbrustolito, l’odierna bruschetta, completava l’austero menu che rispecchiava la vita sacrificata e semplice della classe contadina dell’epoca, che lavorava per i signorotti del Castello.
Se abbiamo stimolato la vostra curiosità e il vostro interesse non vi resta che andare a Leonessa e ritrovarvi a fare un piacevole salto nella magica e affascinante epoca rinascimentale.
Veronica Poto