PIATTI E TAGLI STRANIERI HANNO SUONI WOW CHE SONO BEAUTIFUL PER QUESTO SONO CONSIDERATI COOL MA ANCHE LA NOSTRA FONETICA È FIGA QUINDI FATTI FURBO E PARLA COME MANGI
Se ad un millenial dicessi che in realtà un hamburger si chiama svizzera mi guarderebbe stralunato, un po’ come fa Jack, il mio molosso, quando inclina la testa per dirmi che sì mi capisce ma non sa esattamente dove voglia andare a parare. Beh, in realtà non è che voglia andare a parare chissà dove, voglio solo affermare una cosa molto semplice. Che spesso noi italiani esageriamo con i termini stranieri, specie con gli inglesismi, quando invece sarebbe più facile usare la nostra lingua.
Se l’hamburger però è un termine sdoganato e quindi non proprio azzeccato per spiegare cosa intendo dire, pensate un po’ a come può sentirsi un macellaio quando un cliente gli chiede una flat iron steak, uno scotch fillet o un boston butt. Chi ha idea di che tagli si tratti alzi la mano. Io sono sincero fino a poco tempo fa non lo sapevo, non avevo proprio idea di che tagli fossero.
COS’E’ IL BOSTON BUTT? : I NOMI STRANIERI NON SEMPRE SON LECITI
Fermo restando che è dovere di un artigiano aggiornarsi e crescere nel suo mestiere onestamente però non mi sembra il caso di cambiare nome a un taglio (o a un piatto). O almeno non mi sembra il caso di farlo spesso. Per carità ci sta per motivi commerciali conoscere la terminologia dell’American barbecue, ma anche in questo caso non è che si commetta peccato se i piatti li si pronuncia con i loro corrispettivi nomi italiani. Brisket, pulled pork, ribs e chicken altro non sono che punta di petto, spalla di maiale, costine e pollo. Se poi però in negozio ti entra una casalinga che ti chiede una entraña o un onglet se è argentina o francese va beh lo accetti, ma se è italiana mandatela pure a quel paese: “Si chiama diaframma, signora, ma parla come mangi!”.
COS’E’ IL BOSTON BUTT? : NON ESASPERATE IL MACELLAIO
Riflettiamo un attimo. Siamo sicuri che i nomi italiani suonino così male? Ad esempio, picanha a primo acchito sembra un nome ganzo se pronunciato in italiano, ma in brasiliano? Sinceramente suona un po’ moscio, non credete? Vuoi mettere, invece, codone o punta di sotto fesa. A me personalmente codone piace, dà l’idea di qualcosa da mordere, da godere, da cuocere in modo esagerato. E lombatello? Già per come arriva fa venire in mente un manicaretto, molto più saporito del suo sciapo gemello britannico, l’hanger steak.
Lo stesso dicasi per porterhouse e fiorentina, spider steak e anchetta, vacìo e bavetta. Tutti nomi declinati al femminile rispetto a quelli anglofoni e spagnoli che suonano invece neutri se non addirittura ambigui. Basta citare il re delle bistecche spagnole, Il Chuletón, per rendersene conto. E’ sufficiente un errore di pronuncia per far arrabbiare il vostro macellaio che stizzito vi sbatterà una costata sotto il naso. Ma poi non continuate ad esasperatelo con altri nomi stravaganti, tipo uno chateaubriand al posto del filetto o una Santa Maria al posto di uno spinacino.
QUANT’E’ PIU’ FACILE L’ITALIANO
Ma torniamo al punto di partenza, che cos’è un Boston Butt, indovinate? Sì, lo so che butt significa fondo schiena ma non è un culo bostoniano e non sono nemmeno le chiappe del suino, perché in realtà per Butt si intende la spalla del maiale con sopra montata la coppa così da formare un rettangolo. E la flat iron steak? No, sbagliato non si tratta di una bistecca a forma di ferro da stiro ma del più noto cappello del prete. Mentre lo scotch fillet? Date qua, non si beve, non è un whisky scozzese, ma un entrecôte, vale a dire una costata disossata, chiamata anche ribeye o chorizo. Che confusione, vedete dunque quant’è più facile parlare l’italiano! Ve lo avevo detto, no?
Per approfondire i nomi dei tagli italiani con le loro declinazioni dialettali leggete questo nostro vecchio articolo: il dizionario regionale dei tagli bovini
di Fiamma A. Dente 19/05/2020