HomeRubricheNewsCOME RICONOSCERE IL BURRO QUELLO BUONO E GENUINO

COME RICONOSCERE IL BURRO QUELLO BUONO E GENUINO

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INGREDIENTE SPESSO UTILIZZATO IN CUCINA, SAPER CAPIRE QUAL È UN BURRO BUONO È IMPORTANTE PER IL GUSTO MA ANCHE PER LA SALUTE

Non solo mozzarelle e gelati. Anche per il burro la qualità degli ingredienti è fondamentale e gioca un ruolo chiave nel distinguere un prodotto scadente da uno ottimo. E adesso che sembra essere tramontata la psicosi da olio di palma, è giunta l’ora di informarsi in modo migliore su ciò che mettiamo in tavola ogni giorno, senza demonizzare alcun alimento.

IL BURRO BUONO: RICONOSCERLO DAL COLORE
IL BURRO BUONO: RICONOSCERLO DAL COLORE

IL BURRO BUONO: CANDIDO, IMMACOLATO, QUASI ANGELICO!

Il colore del burro denota la sua qualità: più si avvicina al bianco, più il prodotto è buono. Al di là delle piccole variazioni cromatiche dovute a differenze stagionali nel regime alimentare dei bovini, questo è il metodo su cui possiamo fare affidamento per saggiarne la bontà. Ma da cosa derivano queste differenze? Come sempre, tutto è legato alla preparazione.

IL BURRO BUONO
IL BURRO BUONO

IL BURRO BUONO: COM’È FATTO?

Esistono due procedimenti: il primo, basato sulla lavorazione della panna, o crema di latte, per centrifugazione (processo attraverso il quale si ottiene anche la separazione del grasso); il secondo metodo invece prevede l’utilizzo del siero del latte, o latticello, ovvero lo scarto di lavorazione dei formaggi. Questi due sistemi si differenziano anche per il costo delle materie prime: mentre la panna di latte costa al produttore circa 4 euro al litro, il latticello costa 20-30 centesimi al litro. Una differenza che però, spesso, non si traduce in un divario rilevante nel prezzo del prodotto esposto al banco frigo.

IL BURRO BUONO
IL BURRO BUONO

IL BURRO BUONO: COME SCEGLIERE I MIGLIORI?

Innanzitutto, come ci ricorda la Dott.ssa Elena Dogliotti, Biologa Nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi, “dobbiamo mangiarne poco, perché è un prodotto di origine animale che contiene più grassi saturi, rispetto ad esempio all’olio extravergine d’oliva”. Fatta questa premessa, se proprio non possiamo farne a meno, assicuriamoci che il burro che consumiamo sia di qualità. E per farlo, oltre a controllare l’etichetta (che non guasta mai), prestiamo attenzione al suo colore.

di Giuseppe Puppo – 18 luglio 2017

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