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LE MACELLAIE DI TRIGGIANO

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BRAVE SPIGLIATE SORRIDENTI E PREPARATE LE MACELLAIE DI TRIGGIANO, PAESINO DEL SUD EST BARESE, DIMOSTANO CHE ANCHE IN QUESTO SETTORE LE DONNE SONO AL TOP

Chi lo ha detto che le donne portano i pantaloni? E se invece preferissero tute e grembiuli? Non è certo una novità che il gentil sesso trova sempre più spazio in settori considerati da sempre di dominio maschile. In particolare in quelli dove ci si sporca le mani. Con l’olio, il grasso, la vernice e perchè no, carne, grasso e sangue. Ne è una piacevole conferma quanto sta avvenendo a Triggiano, paesino del sud est barese, dove in una macelleria a due passi dal centro storico lavorano quasi soltanto donne.

“Sono educate, pulite ed efficienti e sotto molti aspetti anche meglio degli uomini”. Non fa tanti giri di parole Giuseppe di Cosola, 46 anni, titolare dell’omonima macelleria, lui preferisce lavorare con le donne. Giuseppe è infatti un po’ l’allenatore di questa squadra tutta al femminile che lo segue attentamente dandogli grandi soddisfazioni. Brave ad assemblare i preparati, spigliate al bancone, rapide nelle consegne, vivaci nel catering.

E i risultati si vedono: le vendite continuano a crescere facendo prospettare perfino un allargamento dell’attività. Vieni quindi da chiedersi: queste operaie in futuro saranno delle imprenditrici? Visti i sorrisi e l’energia profusa al lavoro è possibile, ma al momento hanno trovato casa alla macelleria di via Gelsi. E qui intendono restare.

Foto tratte da barinedita.it – Enza

LE MACELLAIE DI TRIGGIANO : SI COMINCIA PRESTO A LAVORARE

La macelleria Di Cosola è un locale essenziale, arredato con un ampio bancone in marmo, un frigo per uova e polli e un’impastatrice. Ci sono arrivato appena dopo l’apertura pensando di sfruttare una fase di lavoro leggera. E invece no. Patrizia, la moglie di Giuseppe, 45 anni, era già indaffarata a servire i clienti. Mi ha guardato con i suoi occhi seri ma comprensivi, da mamma premurosa, invitandomi ad entrare nel laboratorio.

Qui le ragazze inizialmente non mi hanno dato gran che retta, stavano infatti sbrigando un ordine importante, ma vedendole tranquille non me ne sono neanche accorto. L’ho capito solo più tardi quando Giuseppe, entrato anche lui in laboratorio, mi ha detto: “Vedi in mezz’ora abbiamo assemblato una fornitura di 200 braciole. In una macelleria normale non le vendi neanche in quindici giorni”. 

Foto tratta da barinedita.it – Maria

LE MACELLAIE DI TRIGGIANO : IL LABORATORIO 

Insomma, delle vere e proprie acque chete queste macellaie di Triggiano. Tipe in gamba che lavorano sodo ma senza rinunciare all’umorismo. Maria la più anziana, 50 anni, mi ha raccontato che ha un bellissimo rapporto con le sue compagne: “Sono la più fantastica assieme a loro”; lo pensa anche Aurelia: “Noi siamo una ruota che gira”. Intendendo che si integrano alla perfezione dandosi il cambio quando occorre.

Lavorano infatti a turni, anche perché essendo mamme non possono lavorare tutta la giornata. Ma questo non significa che all’occorrenza non siano reperibili. Anzi, “Carmela l’abbiamo chiamata un’ora fa. – mi dice Giuseppe – Via, ha lasciato tutto ed è corsa qui”. Carmela, 30 anni, annuisce e nel frattempo spunta Costantina, 35 anni, tutta sorridente di ritorno da una consegna.

Carmela abbraccia Costantina

LE MACELLAIE DI TRIGGIANO : IL BANCONE

In sala al bancone assieme a Patrizia spesso c’è Enza, 38 anni, sguardo dolce e parlata fina. È lei a raccontarmi la reazione della gente quando il titolare li ha affidati alla moglie. “All’inizio chiamavano avanti Giuseppe, adesso invece vogliono solo me e Patrizia”. Enza relaziona benissimo con i clienti, conosce le loro richieste e sa come consigliarli. “Anni fa – mi dice Giuseppe – ha aperto perfino una macelleria a Rutigliano, andava bene, ma poi con un bambino da crescere ha dovuto chiudere”.

La macelleria è infatti un’attività complessa. Oltre al bancone e al laboratorio, le ragazze sbrigano consegne, aiutano al mattatoio e partecipano al catering. Quest’ultima mansione in particolare le riempie di gioia. “Partecipiamo a feste private e matrimoni – racconta Aurelia – dove portiamo le nostre attrezzature tutte in acciaio inox (foconi, spiedi e un braciere grande tre metri) e lì ci trasformiamo in cuoche. Per il catering le donne sono molto importanti perché più curate ed educate degli uomini”.

Aurelia alle prese con un impasto

LE MACELLAIE DI TRIGGIANO : LA BRACERIA 

Il servizio ai clienti è un po’ il manifesto del pensiero di Giuseppe. Per lui la macelleria ha un futuro se il prodotto viene personalizzato. Per questo punta forte sulle forniture e il catering.  Ma il suo sogno è un altro: aprire una braceria da affidare ai suoi ragazzi quando saranno in età da lavoro (ha già comprato un terreo su cui edificare la struttura, NdR). “La braceria – mi spiega Patrizia – ce la chiedono tutti perché qui a Triggiano non ne abbiamo una. La cultura di Triggiano è andare a mangiare fuori, quindi sarebbe bello trattenerli”.

Da sinistra a destra : Carmela, Costantina, Patrizia, Aurelia, Giuseppe, Enza e Maria

Ma per ora Patrizia è concentrata solo sulla macelleria dove c’è molto da fare e quindi scegliere bene le collaboratrici è cruciale. “Questo lavoro non è  per tutte, ci si sporca le mani e non puoi essere impressionabile. Ci sono delle ragazze che non appena vedono una testina di agnello scappano via e non tornano più”.

Per lavorare come macellaie bisogna quindi essere predisposte ma non necessariamente serve l’esperienza. “Le mie ragazze – conferma Giuseppe – sono tutte preparate. Sanno, ad esempio, che parti lavorare per ottenere una braciola. Ma se arriva qualcuna inesperta è anche meglio, perché la posso modellare in base alle mie esigenze”.

Ma questa convinzione di Giuseppe, di modellare le donne in base alle sue esigenze, alla fin dei conti è un’illusione tutta maschile. Se entrato in macelleria lo avesse sentito Pirandello scuotendo la testa gli avrebbe detto: “Le donne, come i sogni, non sono mai come le vorresti”. Pensi a un’operaia e t’arriva un’imprenditrice. E magari è proprio lei a modellarti.

Foto di copertina tratta da barinedita.it 

Di Michelangelo Ficarelli 07/12/2018

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