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IL VINO ROSATO NON E’ IL FRATELLO SFIGATO DEL ROSSO

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INTORNO AL VINO ROSATO ESISTONO LEGGENDE, DICERIE E PRECONCETTI INSENSATI. BASTEREBBE CONOSCERE UN PO’ DI PIÙ I VINI ROSÉ PER APPREZZARNE LE CARATTERISTICHE E SMETTETELA DI DIRE CHE SONO VINI DA DONNA.

Ero a cena fuori con una ragazza. Appuntamento di quelli importanti: lei ha delle aspettative, tu pure e nessuno vuole deludere l’altro. La porto in un posto nella media ma buono (mica posso spararmi tutte le cartucce importanti al primo colpo). Ordiniamo: io un primo, mentre lei vuole iniziare subito dalla carne e chiede una tagliata.

Il cameriere ci chiede da bere e io ordino una birra, “mentre la signorina gradisce un calice di rosato?” Apriti cielo. Lei, evidentemente abituata a domande del genere, se lo guarda in cagnesco e ordina un Sangiovese di Maremma, quasi facendolo a sfregio.

Come ogni leggenda che si rispetti, anche per quelle legate al vino rosato non si conosce un’origine certa. Ad esempio, non si capisce perché sia considerato un vino da donne. Le credenze infondate legate a questa tipologia di vino, sono tante, stupide e assolutamente da sfatare. 

 

BIANCO PIÙ ROSSO UGUALE VINO ROSATO

Per conoscere e capire meglio il vino rosato dobbiamo partire dal primo, più grande errore che si può commettere parlando dei rosé. “Il vino rosato non è un miscuglio di vino bianco e rosso. Questo non solo è sbagliato dal punto di vista enologico ma è anche vietato per legge”, ci spiega Sara Tosti, sommelier romana del Fis, la Fondazione Italiana Sommelier. Da esperta sommelier parte dal dato tecnico. Non esiste l’uva rosa, non esistono vini mezzi bianchi e mezzi rossi e, soprattutto, non parlate mai di coloranti.

Sono le bucce che danno il colore al vino. Il rosso ha il suo colore perché il mosto viene fatto fermentare con le bucce dell’uva. Il bianco, al contrario, viene vinificato senza le bucce che vengono eliminate immediatamente. Nella produzione del rosato, invece, le bucce vengono conservate insieme al mosto solo per qualche ora. Così si ottiene il colore e i sapori tipici del vino rosé.”

Quindi il rosato non è un vitigno, né un tipo d’uva, né un miscuglio da osteria: è un modo di produrre il vino. “Spesso è proprio l’ignoranza intorno alle tecniche di vinificazione che fa nascere certi pregiudizi: il rosato ne è un esempio lampante.

VINO ROSATO, VINO DA DONNE

Di solito, il vino rosato è considerato quello più appropriato per le donne. Vuoi per la sua natura morbida o per il gusto delicato, il rosé “è stato affibbiato sottolinea Sara pesando ogni sillaba al pubblico femminile. Queste distinzioni tra vini femminili e vini maschili non esistono. Il genere delle persone non c’entra niente con il gusto e il piacere del vino. A me, ad esempio, potrebbero piacere i vini tannici e di grande strutture, di acidità importante ma non è detto che questi vadano sempre bene.”

Sara, giustamente, prende molto a cuore la questione sia dal punto di vista professionale che personale. C’è da dire, però, che raramente si vede un uomo sorseggiare un rosato durante un aperitivo o per dissetare le fauci davanti ad una griglia.

Esiste un pregiudizio su questi vini, è vero. Gli uomini ne fanno un discorso di virilità: anche se un vino rosato dovesse piacergli, non lo berranno perché è rosa.” Una concezione sessista e una visione totalmente miope di ciò che ha da offrire il vino, in generale, e il rosato in particolare.

vino rosato abbinamenti
IL ROSATO PUÒ DOVE SIA BIANCO CHE ROSSO PERDONO

VINO ROSATO: NÉ CARNE, NÉ PESCE

Altro nodo da sciogliere se parliamo di rosati è quello degli abbinamenti. Quello che la vulgata (generalmente) sa, è che con la carne ci sta il rosso e con il pesce ci va il bianco. Roba che sanno anche i bambini. Vero, ma non verissimo. Innanzitutto perché il cibo non si divide solo in carne e pesce: in mezzo (e in Italia lo sappiamo meglio di chiunque altro) c’è l’universo mondo della gastronomia.

Ci sono cibi con cui è difficile abbinare un vino rosso tanto quanto un vino bianco. Il pomodoro, ad esempio: non sempre va bene con i bianchi, l’acidità del vino e del pomodoro potrebbero sommarsi e diventare eccessive; e non sempre va bene con i rossi corposi che ne potrebbero coprire il gusto. Quindi un rosato, con una pasta al sugo o una pizza è perfetto, perché arriva lì dove certi bianchi non si spingono e si ferma dove un vino rosso sarebbe troppo invadente.”

VINO ROSATO PUGLIA
LA PUGLIA È TRA I MAGGIORI PRODUTTORI DI ROSÉ

Sara, però, non li vede come una via di mezzo: “È sbagliato considerare il vino rosato come un ibrido che sta bene con tutto. Va pensato, piuttosto, come un terzo fratello della famiglia dei vini: ha delle caratteristiche proprie e non tutti i rosati sono uguali a loro stessi.” Nonostante ne esistano, solo in Italia, centinaia di varianti diverse, il rosé nel nostro Paese rappresenta solo circa il 5% del consumo di vino.

Dato in crescita ma che segna una controtendenza rispetto al mercato internazionale, dove la percentuale raddoppia. In Francia, addirittura, il consumo del rosato (30%) è alla pari con quello di bianchi e rossi. 

Eppure la produzione italiana realizza alcuni dei migliori rosati del mondo “I salentini, tra i i più noti dalla struttura importante, li abbino spesso con le melanzane alla parmigiana; un Cerasuolo d’Abruzzo, lo possiamo accostare, invece, ad un piatto di pesce dalla grande struttura, meglio ancora se condito con pomodorini o capperi. Oppure, il Bardolino Chiaretto, vino rosato veneto che sta benissimo con i pesci di lago molto grassi.”

CON LA CARNE, SOLO IL ROSSO

Veniamo a noi, alle nostre grigliate e alla carne. Chi ha mai visto un griller intento a rosolare a puntino le proprie salsicce, mentre sorseggia un calice di vino rosato? Siamo sinceri: mai sentita una cosa del genere. Il perché, l’abbiamo spiegato, è nei pregiudizi e nella diffidenza che circondano questa categoria di vini. E noi capiamo anche il motivo: non ci toglieranno mai la nostra birra mentre siamo al barbecue.

Sarebbe vilipendio alla grigliata maschia: si rischia il penale. Ciò non toglie, però, che a tavola non ci si possa sedere a mangiar carne e bere vino rosato. Dipende dalla carne, ovviamente.

vino rosato calice
VINO FRESCO PER OGNI STAGIONE

Anche la nostra esperta sommelier è un’amante delle grigliate: “Ci sono carni che si sposano molto bene con il rosato: le carni bianche, ad esempio, oppure il filetto di maiale; vitello o pollo alla brace. Poi bisogna vedere cosa mangiamo accanto alla carne, perché il vino va abbinato con tutto ciò che è nel piatto.” Parlando con un’esperta come Sara si aprono strade veramente infinite.

In pochi minuti di conversazione si scopre, non solo l’importanza del vino rosato ma anche che ne esistono tantissimi: “Non solo la puglia, patria dei rosé, ma ogni regione d’Italia ha la propria produzione di vino rosato con caratteristiche diverse a seconda del territorio.” Insomma, un mondo da scoprire, con tante etichette da mettere alla prova.

Chi sa, magari, alla prossima grigliata potreste proporre una bottiglia di rosato, accanto a birre e fiaschi di rosso: l’importante è che il vino non finisca mai. 

Di Augusto Santori 28 aprile 2020

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