HomeRubricheil BarbetourGLI AFRICANI SOSTENGONO DI AVERE IL MIGLIOR MODO DI GRIGLIARE AL MONDO

GLI AFRICANI SOSTENGONO DI AVERE IL MIGLIOR MODO DI GRIGLIARE AL MONDO

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E DOPO AVER LETTO QUESTE RIGHE VI VERRA’ DA DAR LORO RAGIONE (E CORRERE IN AFRICA AD ASSAGGIARE IL BRAAI BARBECUE)

Braai o barbecue? A chi la medaglia d’oro di un’ipotetica olimpiade della carne arrosto? Per gli africani non ci sono dubbi, andrebbe di diritto al braai. E lo affermano con tale gioia ed entusiasmo da lasciare di stucco i nordamericani. Per la maggior parte affumicatori compulsivi che spiazzati da cotanta euforia si chiedono “ma che cosa sarà mai questo braai?”.

Braai è un termine della lingua afrikaans che significa arrostire e più precisamente indica un modo di grigliare tipico della Namibia e del Sud Africa. Quando amici e famiglie si incontrano per una grigliata si parla infatti di “bring and braai” che grosso modo si può tradurre con “porta qua che facciamo un po’ di barbecue”. Appunto. Grosso modo.

Perché in realtà braai e barbecue, seppure sinonimi, rappresentano due modi di vivere una grigliata molto diversi fra loro. Del resto i sinonimi sono tali per via delle differenti sfumature di significato che contengono. E in questo caso diversa è la storia, diversi sono gli alimenti da cuocere e soprattutto diverse sono le atmosfere che riescono ad evocare.

BRAAI BARBECUE IN AFRICA : UN PATRIMONIO DELL’UMANITA’

Il braai è stata una delle prime invenzioni dell’umanità. Basta questo per capire come mai gli africani ne siano così tanto orgogliosi. E’ legato alla scoperta del fuoco e all’abilità dell’uomo di saperlo controllare. Abilità raggiunta un milione di anni fa in Sud Africa come testimoniano i fossili rinvenuti a Swartkrans, sito archeologico a 30 km da Johannesburg.

Da quel momento i nostri progenitori hanno cominciato ad alimentarsi di carne, diventando più forti e intelligenti e conquistando così il mondo. Solo più tardi invece, con la scoperta dell’America, si è iniziato a parlare di barbecue. E così è stato per secoli fino a quando col nuovo millennio il braai non si è ripreso la scena.

BRAAI BARBEUE IN AFRICA : UNA FESTA NAZIONALE

Dal 2008 infatti in Sud Africa si festeggia il National Braai Day (poi ribattezzato Braai4heritage). Una celebrazione pubblica che cade il 24 settembre di ogni anno. Il motivo della festa è semplice. In un paese che ha vissuto e vive ancora profonde tensioni razziali il braai è l’unica tradizione a non creare frizioni; l’unico patrimonio culturale realmente condiviso; l’unica passione che davvero affratella tutti i sudafricani. Sempre.

A qualsiasi ora del giorno e in qualunque circostanza dell’anno e della vita. Il braai infatti si organizza anche solo per festeggiare un compleanno, una laurea o un matrimonio, il restauro di una causa o semplicemente l’acquisto di un auto. Insomma, oltre alla celebrazione pubblica, ci sono mille altre scuse per accendere un braai.

Braai barbecue in Africa – croissant con boerewor (salsiccia)

BRAAI BARBECUE IN AFRICA : SOLO LEGNA  

E’ come si accende un braai? Mai con gas o carbone se non volete che i commensali vi fulminino con lo sguardo. La tradizione vuole che la brace si alimenti solo con la legna. La festa così dura più a lungo e la si può assaporare con calma attorno al fuoco. Chi vi partecipa stacca infatti da ogni incombenza, che sia familiare o di lavoro, per pensare soltanto a socializzare. Prima, durante e dopo la grigliata.

In genere il convivio si tiene in giardino o nel patio dove viene allestita un’area per cuocere. Un fatto impensabile per gli americani che rischiano l’arresto se solo accendono un barbecue sul balcone di casa. Ma in Sud Africa è tutta un’altra storia. Il braai si organizza spesso in spazi esterni ma coperti delle abitazioni private (ad esempio le verande). L’atmosfera così è più informale ed è facile per gli invitati conoscersi e fare amicizia. Magari confrontandosi anche su tecniche e strumenti di cottura.

Braai barbecue in Africa – boerewor e braaibroodjies (Sandwich)

BRAAI BARBECUE IN AFRICA : UN MENU’ PANTAGRUELICO

L’importante è non mettere mai in discussione l’autorità del braaier (il grigliatore) che per l’occasione ha vagonate di carne da cuocere. Tutti tagli di prima scelta, già marinati e pronti da gettare sul fuoco, proprio come facevano i nostri antenati migliaia di anni fa. Pollo, agnello e manzo sono le carni più comuni, quelle che conosciamo anche noi europei, ma in Sud Africa apprezzano tantissimo anche facoceri (maiali) e antilopi (Springbok, cudù e eland).

Tra i piatti tipici ci sono poi gli immancabili boerewor e braaibroodjie. I primi sono delle salsicce piccanti, i secondi invece sandwich tostati, imburrati su entrambi i lati, e preparati con formaggio, cipolle e pomodori. Ma nelle zone costiere si grigliano anche pesci e frutti di mare e ovviamente nel menu’ non mancano insalate, contorni e  dolci. E da bere? Birra, vino e sidro a volontà.

“Sapete quante lingue si parlano in Sud Africa? Ben undici. Ma esiste una sola parola per indicare la nostra meravigliosa festa e questa parola è braai”. Ha affermato il premio nobel Desmond Tutu, un arcivescovo molto particolare che nel fuoco vede sfavillare i colori dell’arcobaleno.

Di Bianchini Gianluca 09/02/2019

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