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LA BERKEL L’AFFETTATRICE SEXY COME BELEN: NOVE COSE DA SAPERE

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E’ IL DESIDERIO DI TUTTI COLORO CHE AFFETTANO PROSCIUTTI E QUESTE SONO LE NOVE COSE CHE UN AMANTE DELLA CARNE DEVE SAPERE SULLA BERKEL l’AFFETTATRICE BELLA COME BELEN  

Una è nata in Argentina nel 1984. L’altra invece è olandese e di anni ne ha più di 120. Una è famosa per le sue forme, davvero invidiabili. L’altra è una rossa naturale e anche  lei ha delle forme niente male. Vi starete allora domandando cosa abbiano in comune Belen ed una Berkel. La risposta è molto semplice: fanno entrambe girare la testa a milioni di italiani. Ogni uomo ha diritto a cedere alle proprie tentazioni. La carne è carne e lo sappiamo bene. Ma se passare una notte con Belen può risultare assai difficile, dormire accanto ad una di queste macchine perfette, sensuali e affascinanti, è un sogno che può coronarsi con molta più tranquillità. Vostra moglie sarà d’accordo.

A differenza della splendida showgirl di Buenos Aires, di Berkel ce ne sono tante. Ogni anno ne vengono prodotte migliaia di esemplari e ce n’è per tutti i gusti ed esigenze. Dalle classiche a volano, perfette per i professionisti del sapore, a quelle elettriche, compatte e più leggere, per chi nella sua casa non vuole rinunciare alla classe e all’elevata qualità delle sue lame. Ma a prescindere dalle forme e dalle loro dimensioni, Berkel è sinonimo di stile ed ogni affettatrice è una vera e propria icona di eleganza. Se il pensiero della Berkel vi ossessiona fino a togliervi il sonno o se già ne avete una ma non riuscite a smettere di fissarla innamorati, ecco alcune chicche che non potete non sapere e che vi renderanno irresistibili mentre affettate un semplice salame. Anche agli occhi di Belen.

La Berkel e il prosciutto: a neverending story

1 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : L’ORIGINE DEL MITO

Siamo a Rotterdam alla fine dell’ ‘800. Wilhelmus Adrianus van Berkel, macellaio dal nome altisonante, si era stufato di tagliare la carne a mano a punta di coltello. Il vecchio Wilh, che aveva la mente affilata quanto le lame che impugnava, si ritirò così nella sua bottega a ragionare. Voleva riprodurre in via meccanica l’abile movimento della mano di un macellaio. La sua idea fu rivoluzionaria. Se saltò letteralmente dalla sedia esclamando qualche “eureka” non lo sapremo mai.

Quello che sappiamo è che nacque la prima affettatrice Berkel: il Modello A. Questo leggendario marchingegno altro non era che una lama concava rotante, montata in perpendicolare su di un piatto, poggiato a sua volta su un carrello. Il tutto si muoveva grazie al meccanismo azionato dal girare di un volano. Tutto ciò consentiva precisione e velocità di esecuzione, garantendo fette uguali per peso e dimensioni. Geniale, no?

W.A. van Berkel e la sua celebre invenzione

2 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : AFFETTATRICI MA NON SOLO

Se Belen è in grado di farvi volare con la fantasia, la Berkel poteva farvi volare veramente. Un anno dopo la sua invenzione, nel 1898, Wilhelmus van Berkel fondò la ditta omonima cominciando la vendita delle affettatrici. In un anno ne piazzò 84 e per l’epoca fu un bel colpo. Le cose da li in poi andarono alla grande. Le affettatrici Berkel vennero sempre più apprezzate e si aggiudicavano medaglie e riconoscimenti nelle fiere di mezza Europa. Ma fu a cavallo tra le guerre che l’azienda diventò una vera e propria multinazionale. Dopo aver già ampliato e diversificato la produzione – splendide ed altrettanto desiderate sono le bilance della Berkel – questo gigante ormai affermato dell’industria cominciò a produrre per conto del governo olandese, parti meccaniche di macchine, motori di navi e persino idrovolanti! La Berkel volava alto e ancora oggi non accenna ad atterrare.

Il volano “a fiore” della Berkel. Non è irresistibile?

3 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL L’AFFETTATRICE SEXY COME BELEN: LA ROSSA

Il rapporto tra la Berkel ed il colore rosso è morboso e viscerale al punto che, quella sua specifica tonalità, è nota proprio come “rosso Berkel”Il rosso non è nuovo alle icone senza tempo e alle cose belle in generale. Rossa è la passione, rossa è la trasgressione, rossa è la Ferrari. E la Berkel è “la rossa”. Ma non è sempre stato così. Poco dopo la nascita dell’azienda, le affettatrici venivano si ricoperte da vernice, ma di colore bianco oppure nero.

I primi modelli in commercio erano infatti destinati alle industrie e venivano piazzati all’interno di capannoni freddi e asettici. In luoghi simili si badava alla sostanza e non c’era spazio per l’estetica. Discorso ben diverso andava invece fatto per le botteghe di artigiani e le gastronomie. Per queste, affettare con una Berkel, poteva risultare decisivo per attrarre la clientela. Anche l’occhio vuole la sua parte e van Berkel ci vedeva lungo. La prima macchina scarlatta la creò proprio per le piccole botteghe alimentari che avevano bisogno di un oggetto utile ma allo stesso tempo accattivante. Non è bello ciò che è bello ma è rosso ciò che piace. Van Berkel lo capì per primo.

La Berkel, la Ferrari delle salumerie

4 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : E’ POSSIBILE ACQUISTARLA PER POCHI EURO AL GIORNO 

Piazzare nella propria macelleria o nella propria salumeria una Berkel significa comunicare al cliente precisione, professionalità e cura del dettaglio, normale che un vero oggetto del desiderio per chi lavora in questo settore. L’unico difetto, se così possiamo definirlo, di queste macchine è il prezzo. Costa parecchio. Ecco, diciamo che noi eliminiamo anche l’ultimo difetto di questa opera d’arte“, a parlare è Mauro Romanelli, responsabile della Mancini Market, azienda marchigiana specializzata nel Noleggio Operativo.

Questa azienda, attivando delle procedure molto più snelle e veloci di quelle che potreste avere da una banca per un prestito, dà la possibilità di acquistare questa affettatrice con pochi euro al giorno. ” Non tutti possono permettersi di pagare sei mila euro tutti in una volta, ma sono in molti quelli disposti ad impegnarsi, e vedersi arrivare la Berkel in negozio, se parliamo di una cifra che è inferiore ai 10 euro al giorno“. Le aziende che oggi in Italia hanno dato vita al noleggio operativo sono tutte rimaste molto soddisfatte.

SCOPRI COME FUNZIONA IL NOLEGGIO OPERATIVO

5 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : UNA MACCHINA PER AFFETTARE SALSICCE TEDESCHE

Si dice che van Berkel fosse permaloso e che non sopportasse di essere criticato. Tutto sommato non doveva capitare troppo spesso. Ma forse un giorno, una sua cliente puntigliosa, doveva aver appena sussurrato una parola sullo spessore differente delle fette che tagliava. Tanto bastò per fargli ronzare nel cervello la sua gloriosa idea. Se dobbiamo ringraziare un’olandese ignota per aver reso van Berkel in grado di affettare un capello in tante parti uguali, dobbiamo farlo ancor di più per la finezza delle fette di prosciutto.

Eppure prosciutti, mortadelle ed insaccati, conobbero le lame della famosa affettatrice per la prima volta dopo anni. Inizialmente, sul vassoio di una Berkel, venivano poggiate bistecche, costate e, udite udite, salsicce tedesche! Sul brevetto americano del Modello A, quello contrassegnato dal numero di serie 628 742 impresso anche sul volano di quell’affettatrice, la Berkel viene appunto definita come “Macchina per affettare salsicce tedesche”. Che fosse perfettamente in grado di farlo ne siamo sicurissimi. Siamo però più soddisfatti quando ad essere affettato da una Berkel sia un Parma o un San Daniele.

La prima pagina del brevetto americano della Berkel

6 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : UN VERO PEZZO DA MUSEO 

Che la Berkel sia un oggetto di design lo sanno proprio tutti. Non tutti invece sanno che, l’affettatrice dei nostri sogni, sia una vera e propria opera d’arte. Se vi trovaste a passeggiare tra le sale del M.O.M.A. di New York, vi imbattereste facilmente in un esemplare della Berkel Modello C.

Al mondo ne rimangono soltanto due ed uno è proprio tra i tesori d’Arte Moderna custoditi nel cuore di Manhattan. Ma se il M.O.M.A. di New York può vantare l’esposizione di una Berkel, la più completa collezione di affettatrici Berkel al mondo, ce l’abbiamo noi in Italia al Museo van Bekerl di Assisi. 

Entraci vuol dire immergersi in un universo d’arte vintage, dove affettatrici, bilance, frigoriferi e jukebox, regnano sovrani. Se nelle vostre vene scorre sangue rosso Berkel, questo è il posto che fa per voi. Parlatene in famiglia e finalmente capiranno che ci fa un’affettatrice rossa nel bel mezzo del salotto.

noleggio operativo
Una Berkel, simbolo e sogno che potete realizzare

7 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL : UN PRESENTE TRICOLORE

Nel 1991 un incendio rischiò di far crollare il mondo Berkel. Dopo essere passata nelle mani inglesi della Avery, gruppo leader nel campo della pesatura elettronica, la sede principale dell’azienda bruciò completamente. Ma il fuoco della fabbrica non fu nulla rispetto a quello che ardeva nei cuori dei suoi lavoratori. In poco tempo fu costruito a Rotterdam un nuovo stabilimento e il poco che restava di quello ormai distrutto, compresa l’effige in bronzo del suo fondatore, fu trasferito nei nuovi locali.

Ma se l’azienda uscì indenne da quell’incendio devastante, il colpo micidiale arrivò dall’Unione Europea. Nel 1996 l’emanazione della “Direttiva macchine” che prevedeva nuove norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, cominciò a farla tramontare. L’Avery negò i fondi necessari ad adeguare le affettatrici ai nuovi standard europei di sicurezza. Se il marchio non scomparve è solo perché fu concesso ad alcuni concorrenti di apporlo sui loro prodotti. Ma è nel 2014 che la storia ha un lieto fine: la Berkel viene acquisita dalla Rovagnati. La storica azienda produttrice di salumi ha rilanciato la produzione della Berkel mantenendo intatta la qualità e l’eleganza del passato senza trascurare l’innovazione. Salumi e affettatrici in Italia non potevano che andare a braccetto. Il nostro sogno a tinte rosse (bianche e verdi) non si è infranto. E nemmeno quello di Van Berkel.

L’esperienza di affettare con la Berkel

8 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL :  UN TUFFO NELL’ALIMENTARI CAPO

Luciano è un gigante buono del Capo di Sorrento. La sua salumeria, “L’Alimentari Capo”, la gestisce con Rosaria, sua moglie. E al loro fianco c’è una Berkel. Tutti e tre preparano da anni le fantastiche marenne (panini ripieni di ogni ben di Dio da mangiarsi a mezzogiorno) che deliziano le migliaia di persone che vanno a farsi una nuotata ai Bagni della Regina Giovanna. Il loro pezzo forte? Pomodori di Sorrento, fiordilatte dei Monti Lattari, prosciutto crudo San Daniele e basilico, tutti insieme in un panino. Un capolavoro.

“La mia famiglia è da sempre al Capo di Sorrento. Lei è arrivata dopo” dice Luciano ammirando la sua Berkel. “All’inizio mia moglie non era d’accordo. Il costo, le sue dimensioni e forse un po’ di gelosia, la rendevano diffidente. Ma alla prima fetta di prosciutto, tra di loro è scoccata la scintilla!” Quando gli si chiede quanto la Berkel abbia contribuito al successo della propria attività, Luciano è sicuro: “Tanto. Quando si è in due soli a dover servire contemporaneamente decine di clienti, la velocità, la sicurezza e la precisione sono tutto. E solo la Berkel le garantisce.”

Se vi trovaste a passare dalle parti di Sorrento, fatelo un salto da Luciano, da Rosaria e dalla loro Berkel. Uscirete da li dentro con un sorriso sulle labbra e una marenna gigantesca tra le mani!

Luciano e la sua Berkel all’opera

9 ) NOVE COSE DA SAPERE SULLA BERKEL :  UN SOGNO DIVENTATO REALTA’

Per me la Berkel è un sogno che si è realizzato. E’ la testimonianza che lavorare duramente ripaga sempre con soddisfazioni enormi.” Parla così Raffaele Aiello, signore d’altri tempi di Meta di Sorrento. Da 45 anni è ambasciatore della Berkel. L’azienda che ha fondato, la Michael tech Berkel, è un punto di riferimento per gli amanti e gli operatori del settore. Eppure la sua passione iniziò per caso, quando da bambino, assistette ad una trattativa: “Ero entrato nella mia salumeria preferita per prendere un panino e davanti a me un uomo stava chiacchierando col mio amico salumiere che letteralmente gli pendeva dalle labbra. Era un agente della Berkel. La sua passione si traduceva in parole e gesti sicuri. La trattativa fu un successo e decisi che da grande sarei voluto diventare come lui.” 

Raffaele non solo ci è riuscito, ma per farlo ha persino rinunciato a strade più sicure: “Si! – sorride – Avevo vinto un concorso alle Ferrovie dello Stato per un posto ben pagato e di sicura carriera. Poco dopo lessi sul giornale che la Berkel cercava nuovi agenti. Ci proponemmo in 20 e fui preso io, così lasciai le Ferrovie. Mia suocera disse che ero pazzo. La Berkel può far fare delle pazzie, ma non tradisce mai.”

La Michael Tech Berkel

Da Sorrento, passando per Capri fino ad arrivare a Positano, non c’è albergo o ristorante che rinunci ad affettare con la Berkel. “D’altra parte non può essere altrimenti. Sono macchine eccezionali, praticamente indistruttibili. Adesso poi, il loro prezzo si è abbassato e costano quanto quelle della concorrenza. Solo che, a differenza delle altre, col passare del tempo il valore delle Berkel aumenta! Anni fa, dissi di no ad una delle Berkel costruite da Wilhelmus in persona. Costava 60 milioni di Lire. Una cifra enorme che mi spaventò. Ora varrebbe trecentomila Euro! Non comprarla è stato un mio grandissimo rimpianto”.

E la sua più grande soddisfazione? “I miei figli! Una è medico e lavora fuori. Arturo Michael ha invece il cuore targato Berkel come il mio. Da qualche anno ha preso in mano le redini dell’azienda, portando un ventata di novità e digitalizzazione. In settimana entrante consegneremo grazie ad Internet alcune affettatrici in Africa. Per lui la Berkel è entusiasmo e voglia di realizzare i sogni altrui. Qualche giorno fa, ad esempio, per accontentare un cliente su a Nocelle – una ripidissima frazione di Positano i cui vicoli strettissimi non sono adatti a macchine e furgoni – gli ha consegnato una Berkel caricandola sul dorso di un mulo!”

Si è davvero pronti a tutto pur  di realizzare il sogno di affettare con una Berkel. E voi, che siete disposti a fare?

Di Ruggero Rispo 18 maggio 2019

 

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